Jesi-Fabriano

Biodigestore, Bacci: «Necessità provinciale»

Così il primo cittadino in aula sul tema: «A Jesi o altrove, è un bisogno del territorio per abbattere i costi attuali di conferimento dell'umido e evitare il rischio criminalità sul futuro della gestione rifiuti»

Il biodigestore in Trentino visitato da politici e cittadini di Jesi

JESI – «Il biodigestore è un impianto che a livello provinciale, a Jesi o in altra sede, serve. E per il quale mi batterò». Lo ha detto in Consiglio il sindaco Massimo Bacci, intervenendo sul tema dell’ipotesi prospettata di realizzazione a Jesi, in zona Coppettella all’Interporto, di una struttura per il trattamento della frazione organica della raccolta rifiuti.

Ha spiegato Bacci il suo punto di vista: «Il biodigestore è un impianto che non inquina e di cui c’è bisogno, per ridurre gli attuali costi di conferimento dell’umido: si è arrivati a 135-140 euro a tonnellata, dagli 80 euro di tempo fa». Ha proseguito il sindaco di Jesi: «Si rischia, senza un impianto pubblico, di dare spazio in futuro a una gestione di natura criminale del problema dei rifiuti, come vediamo accadere purtroppo in tante parti d’Italia. L’ipotesi di cui si parla non comporta inquinamento, perché tratta la frazione organica del rifiuto, né alcun tipo di combustione. Non crea problemi di salute e d’altro canto se così non fosse non avrebbe senso neppure la posizione di chi non lo vuole qui ma lo realizzerebbe altrove».

Il sindaco Massimo Bacci
Il sindaco Massimo Bacci

È stata l’Ata rifiuti a indicare quella jesina come soluzione ideale e il Comune ha dato la disponibilità a valutare la fattibilità.

 

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