Jesi-Fabriano

Amazon a Jesi, «apertura a metà 2025, qui le condizioni ideali: manodopera e infrastrutture» – FOTO

Sul cantiere il vice ministro Bignami, il presidente Acquaroli e i sindaci del territorio. L'ad del big dell'e-commerce Barbo: «Disponibilità di personale in linea con le nostre esigenze e nessun impatto significativo sul traffico»

La visita al cantiere Amazon di Jesi

JESI – «Apertura intorno alla metà del 2025». Lo dice Lorenzo Barbo, amministratore delegato Amazon Italia Logistica, quanto alle previsioni per il nuovo centro di distribuzione Amazon alla Coppetella. Questa mattina 28 marzo, alla presenza tra gli altri del viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Galeazzo Bignami, del presidente della Regione Francesco Acquaroli, del presidente di Interporto Marche Massimo Stronati, del sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo e di una ventina di suoi colleghi primi cittadini del territorio, la visita al cantiere per il punto sullo stato di avanzamento dei lavori.

Amazon a Jesi, i nodi

«I lavori procedono molto velocemente – ha detto Barbo – l’edificio c’è, manca di realizzare la parte più interna. Si tratterà di un magazzino di 60mila metri quadrati per quattro piani, dunque 240mila metri quadrati complessivi. Un investimento di 180milioni di euro, con previsione di mille posti di lavori nei primi tre anni. Sarà l’undicesimo centro di distribuzione di questo tipo in Italia, il quinto al centro sud. Nel Paese, dove sono stati investiti dal 2010 16,9miliardi di euro, sono 18mila i dipendenti, tutti a tempo indeterminato, su 60 siti, coi centri di smistamento da cui partono le consegne a casa. Ma contiamo un impatto sull’occupazione anche maggiore: 100mila posti indiretti con l’indotto e nelle 21mila piccole medie imprese che vendono su Amazon, con gli addetti che si occupano dei volumi che passano su Amazon».

Nelle Marche, dice Barbo: «Sono 600 le piccole e media imprese che vendono su Amazon, per 30 milioni di fatturato solo di esportazione nel 2023. Si tratta di aziende piccole, che senza il nostro canale avrebbero fatto fatica a raggiungere quel tipo di fatturato all’estero». Quanto all’hub di Jesi, «il magazzino conterà sulle nostre più recenti tecnologie robotiche, soprattutto per la parte inventario e per i piani superiori, evitando che le persone si debbano spostare all’interno tra gli scaffali per prelevare o spostare materiali. Ci dà un valore aggiunto anche in termini di inclusione: qui il 35% di occupazione femminile, contro il 22% del settore».

Lorenzo Barbo, , Amministratore Delegato Amazon Italia Logistica

Sui temi occupazione e viabilità, l’a.d. Amazon spiega: «Abbiamo svolto una analisi sul contesto del lavoro qui e reputato che ci fossero le condizioni ideali per noi, con disponibilità di manodopera in linea con le nostre esigenze. Non tanto che le persone lascino altre aziende per venire da noi ma anche migliorare la situazione della disoccupazione. Il rapporto è continuo con istituzioni e associazioni di categoria locali, abbiamo ricevuto sempre ottima accoglienza. Nello studio degli effetti, risulta come impatto sul territorio una riduzione della disoccupazione ma anche che le aziende nell’immediato contorno hanno un incremento del loro fatturato e dei dipendenti. Con un indotto relativo non solo a noi».

C’è il timore di caos viabilità. «Il traffico è questione che prendiamo molto seriamente, è un nostro nemico, non vogliamo imbottigliarci nel traffico noi per primi. Per questo facciamo studi e analisi preliminari. Qui non è previsto impatto sul traffico significativo, proprio grazie alle infrastrutture intorno al magazzino: superstrada, accesso all’autostrada molto vicino, non ci sono strozzature particolari. Il dato medio dice di 18 camion l’ora legati allo stabilimento, la valutazione è stata fatta sul casello più vicino di Ancona nord – Jesi. Per i flussi di merci in entrata la soluzione intermodale della rotaia e marina è nei nostri piani strategici, le infrastrutture la consentono».

La visita al cantiere Amazon di Jesi

Amazon a Jesi, le istituzioni

Per il vice ministro Bignami: «Per il Governo è di particolare rilievo il fatto che Amazon si qualifica per essere il primo soggetto che ha particolare interesse che vengano venduti prodotti che siano effettivamente e immediatamente riferibili al made in Italy, uno sbarramento preclusivo a fenomeni di contraffazione che ci penalizzano. C’è attenzione particolare per la tutela della filiera occupazionale e dei livelli di garanzia per i lavoratori, da questo punto di vista Amazon ha standard significativi e rilevanti per i direttamente impiegati, che potrebbero essere intorno alle mille unità con la struttura a pieno regime, con livelli retributivi che si attestano al primo ingresso a 1.700, 1.800 euro lordi».

Il presidente Acquaroli evidenzia il «lavoro da svolgere da qui in poi, determinante per far sì che l’investimento da parte di Amazon sia il più produttivo e il più sostenibile possibile. Auspicabile nelle prossime settimane un confronto con le associazioni di categoria, la Camera di commercio ha già sottoscritto un protocollo per per far sì che possano le nostre imprese e il territorio trarre beneficio da Amazon, che rappresenta una opportunità di entrare nei mercati internazionali. Grazie per aver scelto la nostra regione, Jesi e la provincia di Ancona, un luogo circondato da infrastrutture importanti. Speriamo che intorno a questo insediamento possano arrivarne altri che ci aiutino a superare la fase difficoltà di una regione in transizione. Con investimenti come questo sarà più facile vedere la ripresa».

Il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo parla di «nuovo motore industriale che dà sostanza a quella che erano state ambizione e visione logistica dell’Interporto. Darà forma e sostanza. Avremo qui una esperienza di tecnologia avanzata che consentirà a livello di stimolo a tutto ciò che abbiamo di fare un passo in avanti. Si creerà nuova occupazione e non mi riferisco solo ai numeri in più: parlo di aspetti importanti come l’occupazione femminile e processi di lavoro che qui possono trovare un ascensore sociale. Questo ci racconta che qui è possibile investimento, che siamo territorio attrattivo.

Altra opportunità, la transizione ecologica: Amazon anticipa di dieci anni, al 2040, l’obiettivo dell’accordo di Parigi per l’abbattimento delle emissioni dannose. Una sfida che dobbiamo raccogliere anche come amministratori. Qui abbiamo una infrastruttura che ci consente di immaginare un passo in avanti, implementeremo quello che manca ma quello che c’è basta al 100%. Il presidente Stronati ci ha già detto che è possibile che il 60% del trasporto merci possa passare da gomma a ferro e pensiamo che anche le persone che vengono qui a lavorare possano utilizzare trasporto pubblico e treni. Un grande tema su cui ragionare insieme». Dice il presidente della Provincia Daniele Carnevali: «Un anno fa la prima pietra, oggi lo stabile è edificato, tra un anno l’inaugurazione. Fa riflettere sull’efficienza che è bandiera di Amazon, da parte della quale abbiamo riscontrato disponibilità a dialogo e al confronto: se dovessero sorgere problematiche, con l’apertura al dialogo, le risolveremo».

Amazon a Jesi, la sfida di Interporto

Massimo Stronati, presidente di Interporto, sottolinea una struttura che «ha cambiato pelle, sta cercando di essere attrattiva e di dare risposte. Il volano di Amazon è importantissimo, non possiamo stare fermi. Ci sono investitori, aziende che chiedono terreno e uffici. C’è tanto movimento, una attrazione importantissima dal punto di vista economico e qui l’intermodalità deve funzionare qui. A prescindere da Amazon, qui deve tornare a funzionare. C’è il lavoro al centro dell’attenzione e su questo Interporto c’è, la Vallesina c’è, la regione Marche sarà protagonista, potrà crescere e farci capire che ruolo importante ha questa regione. Jesi e la Vallesina sono sempre state accoglienti per le imprese».

Gino Sabatini, presidente di Camera di Commercio delle Marche, evidenzia: «Amazon è un valore aggiunto importante per attività che non hanno altrimenti la possibilità di cavalcare i grandi mercati e che invece attraverso Amazon possono raggiungere tutto il mondo e vendere i propri prodotti».

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