Jesi-Fabriano

Artisti in bottega, Toni e il Vicolo Leonori

Dall'argilla alla carta, passando per il legno. Come lavora un'artista oggi e quali prospettive ci sono nella nostra realtà? Ne abbiamo parlato con Toni Vichi di Vicolo Leonori a Chiaravalle

CHIARAVALLE – Artisti di oggi: giovani, formati e decisamente bravi. La Vallesina non manca di sfornare talenti in più ambiti, un esempio è quello di Antonella Vichi, detta Toni, e del suo Vicolo Leonori.

 

Come nasce il tuo progetto?
«Vicolo Leonori è un “banchetto ambulante”, giro per qualche fiera appena ho la possibilità, e una pagina Facebook seguita da chi apprezza i miei lavori (Vicolo Leonori). Magari un giorno qualcosa di più, chissà! Per il nome ho preso spunto da un vicoletto di Monte San Vito che omaggia la famiglia della mia bisnonna. È una sorta di collegamento, se vogliamo dire, alle origini della famiglia di mio padre, ma non ho una sede fisica qui».

Quali sono le particolarità dei tuoi lavori?
«Indubbiamente l’ironia, non è raro trovare personaggi dai nasoni grandi e dagli occhi sporgenti».

Da cosa prendi ispirazione?
«Diciamo che oggi come oggi, tutto è contaminazione, basta sfogliare una rivista, parlare con qualcuno o fare un giro su internet per essere travolti dal mondo, così il lavoro di qualcun’altro può stimolare il tuo e viceversa. Steve Jobs diceva: Creatività significa semplicemente collegare cose. Quando chiedi a persone creative come hanno fatto qualcosa, si sentono quasi in colpa perché non l’hanno fatto realmente, hanno solo visto qualcosa e, dopo un po’, tutto gli è sembrato chiaro. Questo perché sono stati capaci di collegare le esperienze vissute e sintetizzarle in nuove cose».

Che tipo di materiali lavori?
«Per lo più mi occupo di illustrazione e ceramica artistica, quindi c’è molta argilla nel mio mondo ma non disdegno nemmeno il legno, la carta e tutte le superfici che rispondono bene al colore. Perché senza il colore, tutto sarebbe opaco e grigio».

Come è il panorama artistico della Vallesina e quali le prospettive?
«Credo che nella nostra zona ci siano molti artisti validi con un approccio fresco all’arte. Persone dall’animo sensibile che riescono a cogliere le sfumature dell’anima e vorrei invitare tutti ad un ritorno alle origini, cercate i produttori del fatto a mano, tornate alle origini, c’è un mondo meraviglioso di artisti e artigiani nella nostra regione. Ecco come sogno il futuro».

Come descrivi il tuo lavoro?
«Credo che la parola che meglio rappresentanti quello che faccio è “Libertà”. Mi sento infatti, non solo estremamente fortunata perché ogni giorno faccio ciò che mi piace, ma in più sono libera di creare tutto quello che voglio senza che qualcuno mi dica che ciò non va bene. Proprio a luglio di questo anno, Vicolo Leonori compirà tre anni, non è stato semplice arrivare fino a qui e la strada per potersi definire “affermati” è ancora molto lunga, ma tra alti e bassi, tra momenti di grande soddisfazione e perché no, anche di sconforto, sono sempre andata avanti».

Che studi hai fatto?

«Ho frequentato l’Istituto d’Arte, qualche anno dopo (molti) ho vinto una borsa di studio come restauratrice del mobile antico. Ho sempre lavoricchiato in ambito artistico, con mansioni più o meno gratificanti, finché non è nato mio figlio, è stato allora che ho capito che avrei dovuto fare delle mie passioni una professione».

Qual è il progetto che ti ha dato più soddisfazione?
«La verità è che non ho una preferenza. Ogni nuovo lavoro mi entusiasma ed è soprattutto per questo, per non perdere l’entusiasmo, linfa vitale di ogni artista, che realizzo prevalentemente pezzi unici».

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