Jesi-Fabriano

Ariston archivia il primo trimestre con i conti in flessione. Nessuna novità sul caso Russia

Ricavi netti per 653 milioni di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un risultato operativo rettificato (ebit adjusted) in calo del 58,9% a 30 milioni

Ariston Group

FABRIANO – Ariston Holding, multinazionale di Fabriano tra i leader mondiali nel comfort termico sostenibile, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi netti per 653 milioni di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un risultato operativo rettificato (ebit adjusted) in calo del 58,9% a 30 milioni. Cresce l’indebitamento finanziario netto salito nel trimestre da 611 a 680 milioni di euro, a seguito dell’incremento stagionale del capitale circolante e del pagamento per l’acquisizione di uno stabilimento in Egitto. Mentre, si fa sapere come si stia «ancora valutando le implicazioni» della nazionalizzazione temporanea da parte di Mosca delle sue attività in Russia, avvenuta il 26 aprile scorso, «e sta esplorando potenziali rimedi o soluzioni». Lo si legge nella nota sui risultati trimestrali del gruppo che produce pompe di calore, a commento del decreto presidenziale di Vladimir Putin che ha messo la controllata Ariston Thermo Rus sotto la gestione temporanea di Jsc Gazprom Household Systems.

La dichiarazione

«Dopo i solidi risultati degli ultimi due anni, l’andamento del primo trimestre riflette condizioni di mercato fortemente mutate. La domanda di pompe di calore si sta riequilibrando, con il mercato che sta attraversando una fase di normalizzazione dopo i recenti picchi indotti da misure normative temporanee», ha spiegato il presidente esecutivo Paolo Merloni. «In questo contesto – ha proseguito – abbiamo continuato ad investire nel nostro futuro attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e rafforzando la nostra presenza globale. Abbiamo anche continuato a lavorare sull’integrazione di Wolf-Brink con una forte collaborazione; le sinergie generate, ad oggi, sono già superiori alle aspettative». Secondo il ceo Maurizio Brusadelli «il 2024 sarà un anno di transizione per il nostro settore. La domanda di riscaldamento in molti mercati europei è rallentata dopo la forte crescita dell’anno scorso – in particolare nei nostri maggiori mercati Germania, Italia e Francia – e ha influenzato il nostro andamento in Europa. Tuttavia, la recente adozione della Energy building performance directive (Ebpd) in Europa rafforza ulteriormente il quadro normativo a sostegno della decarbonizzazione degli edifici, che siamo pronti a convertire in opportunità di crescita man mano che il mercato si riprende. Inoltre, siamo tra i principali attori globali nel settore del riscaldamento dell’acqua, che si rivela più resiliente, migliorando la nostra capacità di salvaguardare la redditività».

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