Jesi-Fabriano

Andrea G. Pinketts e i “non-lettori”

Intervista allo scrittore e giornalista italiano, domenica a Jesi con il suo "Sangue di yogurt" nell'ambito degli aperitivi letterari organizzati in piazza delle Monnighette a Jesi

Andrea G. Pinketts

JESI – La nuova edizione del libro “Sangue di yogurt” di Andrea G. Pinketts sarà presentata domenica sera in Piazza delle Monnighette. L’appuntamento è alle 20 all’Hemingway Cafè: scrittore e giornalista italiano, Pinketts (pseudonimo di Andrea Giovanni Pinchetti) sarà per la prima volta a Jesi con uno dei suoi libri più cari.

C’è qualcosa che ti lega a “Sangue di yogurt”?
«Si, è uno dei libri a cui sono più affezionato per una sorta di cronologia personale. Sono quattro storie di emarginazione, quasi animale, che hanno avuto molte vite: sono le uniche storie che ho scritto su commissione. Il primo pulp, forse, l’ho fatto io prima di Tarantino…anche Balzac scriveva a puntate sui giornali. Sono legato a “Sangue di Yogurt” anche perché è una riedizione: ci tengo a vedere storie che funzionano ancora  a distanza di tempo. E poi la copertina non è solo grafica ma l’opera della pittrice Alexia Solazzo che l’ha realizzata appositamente per il libro».

La copertina del libro

In copertina c’è il tuo viso…
«Il mio faccione che sembra fatto di yogurt. Vuole essere un approccio nuovo, guardare in faccia i non lettori e farli diventare miei lettori. A settembre con Alexia faremo una mostra da titolo “Face Your Phantoms” con i miei libri e le sue opere».

A proposito di lettori e a proposito di racconti a puntate di cui parlavamo prima, il lettore è molto cambiato nel corso degli anni. Che ne pensi?
«Credo che ci sia uno zoccolo duro di lettori puri ma molti di quelli che acquistano libri non sono lettori. I non-lettori sono il peggio che ti possa capitare, lo dice uno che legge anche gli ingredienti di un pacco di patatine. Il vero lettore però resiste, alcuni ancora sentono il richiamo dell’esploratore nonostante molte librerie siano diventate centri commerciali, come i cinema che sono diventati multisala».

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