Jesi-Fabriano

“Ancona provincia d’Asilo”: a Jesi il report sull’accoglienza migranti. Pesano Afghanistan e Ucraina ma per chi arriva c’è più lavoro

I numeri forniti a Villa Borgognoni nell’illustrare il bilancio del progetto, primo in Italia per Comuni coinvolti e terzo per persone accolte

Da sinistra Barbara Paolinelli, Gianfranca Schiavoni, Sascha Smerzini

JESI – Migranti e accoglienza sul territorio, i numeri forniti stamattina 1 febbraio a Villa Borgognoni nell’illustrare il bilancio, riferito al 2022, del progetto Sai “Ancona Provincia d’Asilo”, di cui è titolare il Comune di Jesi e che vede la gestione dell’Asp, col coinvolgimento dei partner Cooss Marche Vivere Verde, Polo 9 e Anolf e la partecipazione complessiva di 26 Comuni. «Primo in Italia per numero di Comuni coinvolti e terzo per numero di persone accolte – ha ricordato la presidente dell’Asp 9 Gianfranca Schiavoni – compresi ora anche Apiro, Poggio San Marcello, Staffolo e, con Fabriano, l’Ambito 10».

Sono 587 i posti di accoglienza fra gli Ambiti 9 (232), 12 (220), 13 (95) e 10 (40), con 120 appartamenti fra i quali vengono distribuiti gli ospiti. Novanta le persone gestite a Falconara, 69 a Jesi, 40 a Fabriano e Osimo. Nel 2022 sono stati curati a rotazione, 818 arrivi. «Dati – dice Schiavoni – sui quali hanno influito i fatti accaduti in Afghanistan e in Ucraina».

Gli arrivi sono dall’Asia per il 53% (423), dall’Africa per il 37% (301), i rimanenti dall’Europa. In particolare in 167 sono arrivati dal Pakistan e 152 dall’Afghanistan, 80 dal Bangladesh. Nigeria e Somalia, con 82 e 76 soggetti, i Paesi africani di maggior afflusso. In 75 sono giunti dall’Ucraina. Numeri significativi anche da Mali (67) o Iraq (29). L’accoglienza, spiega la responsabile Asp Barbara Paolinelli, «è di sei mesi per gli uomini, fino a 2 anni per donne sole con bambini». E nel 2022 sono stati 68 i nuclei familiari ricevuti, di cui 35 monoparentali, con 168 donne, 122 minori e anche 5 nascite.

Di 6,7 milioni il budget del progetto. I circa 31 euro giornalieri a beneficiario coprono per quasi 13 euro i costi del personale, per circa 3 la gestione diretta, per poco più di 6,50 la spesa per immobili e utenze. Infine poco meno di 8,50 euro per spese direttamente riconducibili alla presa in carico dei beneficiari (per circa la metà relativi a vitto, abbigliamento, igiene personale, assistenza all’infanzia e materiale ludico). Sono 209 le figure professionali che lavorano al progetto, di cui 146 donne. Dice Schiavoni: «Il progetto muove una economia importante: dagli appartamenti ai servizi di assistenza e formazione». Di 723mila euro la spesa annua per gli affitti degli appartamenti, di 63mila quella per le manutenzioni. E poi c’è, «il valore è economico e sociale, anche nella rivitalizzazione dei piccoli Comuni spopolati».

Nel 2022 sono stati 393 i contratti di lavoro che hanno coinvolto i beneficiari, in aumento rispetto ai 340 dell’anno prima. «Spesso – spiega Paolinelli – posti trovati in autonomia dai beneficiari stessi, con un mercato del lavoro molto più permeabile».

Per l’assessore ai servizi sociali del Comune di Jesi Samuele Animali: «È il caso di dire, aiutiamoli anche a casa nostra. Non solo per solidarietà, che pure è di per sé basta, ma anche perché queste persone sono a tutti gli effetti risorse».

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