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Coronavirus, Clementi (San Raffaele): «Il picco tra un paio di settimane. L’arrivo del caldo ci aiuterà»

Il primario di Microbiologia e Virologia dell'ospedale di Milano fa il punto sul virus che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso. Ecco cosa ha detto anche confrontando i dati a disposizione con Sars e Mers

Coronavirus

ANCONA – «L’epidemia sta evolvendo e il virus si mostra molto contagioso, ma meno virulento dei coronavirus di Sars e Mers ». Il professor Massimo Clementi, una delle massime autorità nazionali in campo medico, primario di Microbiologia e Virologia presso l’ospedale San Raffaele di Milano fa chiarezza sul Coronavirus che sta suscitando grande preoccupazione per la rapidità con cui si sta diffondendo nel mondo.

«Se raffrontato con quelli della Sars e della Mers, questo virus si diffonde molto più rapidamente, ma fortunatamente è meno frequentemente in grado di indurre una patologia grave» osserva il professore, originario di Monsano che per primo isolò il virus della Sars nel 2003.
E guardando al «numero assoluto dei pazienti sintomatici – precisa – sono elevati fra coloro che hanno bisogno di ricovero in rianimazione». Un ricovero che tiene a precisare avviene per «insufficienza respiratoria che si verifica specie nelle persone che presentano comorbilità come diabete, ipertensione, obesità, cardiopatie e soprattutto fra gli over 65»

In alcuni casi i pazienti positivi al Coronavirus arrivano in ospedale con una polmonite già in atto che richiede «per qualche giorno un supporto alla respirazione in modo da ripristinare la corretta funzionalità». Una condizione che precisa «spesso si supera in pochi giorni, come nel caso dei due cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma».

Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano

«A parte i casi complicati da patologie pregresse – tranquillizza – per il resto si tratta di infezioni di norma modeste e i bambini spesso non ammalano anche se infettati dal virus».
Professore quanto potrà durare questa epidemia?
«L’arrivo del caldo e della bella stagione certamente aiuteranno, mi auguro però che prima il Coronavirus perda la sua capacità diffusiva. In genere questi virus arrivano all’uomo da una fonte animale e al primo impatto con il nuovo ospite sono sempre più aggressivi, poi si adattano e tendono a ridurre la loro virulenza. La storia lo testimonia dimostrando che questi virus o hanno perso la loro virulenza, o sono scomparsi».

Il professore Clementi ricorda anche che, dopo l’esplosione della Sars e della Mers, che causarono epidemie con una mortalità del 10 e del 36%, rispettivamente, «da allora i Coronavirus sono sempre rimasti nell’uomo al quale hanno però causato solo banali infezioni respiratorie. Quindi non vedo perché, anche nel caso dell’attuale Coronavirus, non dobbiamo attenderci che si verifichi la stessa cosa».

In che tempi possiamo attenderci una flessione?
«Questo è più difficile da dire, ma possiamo presumere che non resterà così diffusivo per molti mesi».
Siamo già nella fase di picco?
«Dovremmo raggiungere il picco fra un paio di settimane, ma anche in questo caso è difficile fare previsioni. In Lombardia potremo già esserci, ma per vedere se le misure restrittive hanno avuto effetto bisognerà attendere un paio di settimane, il periodo di incubazione del virus».

È possibile che il virus stesse già circolando ancora prima dell’esplosione dei contagi in Cina?
«Sì, è possibile. Anche perché la sintomatologia si può confondere con le normali sindromi influenzali».
Infine il professor Clementi tiene a sottolineare che «nelle Marche esistono presidi di eccellenza, come il Laboratorio di Virologia e le Malattie Infettive dell’Ospedale di Torrette. Questi presidi sono un fiore all’occhiello della sanità marchigiana e devono essere preservati».