Jesi-Fabriano

Assolto dalle minacce alla Energy Resources: «Accuse ingiuste che mi sono costate sei anni di tribunale»

Un agricoltore pesarese era finito a processo con l'accusa di aver perseguitato con telefonate anonime e aver fatto trovare una testa di agnello mozzata davanti al garage dei titolari dell'azienda jesina specializzata nel commercio delle energie rinnovabili

L'agricoltore Andrea Busetto Vicari abbraccia il suo avvocato dopo l'assoluzione
L'agricoltore Andrea Busetto Vicari abbraccia il suo avvocato dopo l'assoluzione

ANCONA – La testa mozzata di un agnello fatta trovare davanti al garage di casa dei proprietari della Energy Resources a Marzocca e telefonate anonime contro l’abitazione e i bambini della stessa famiglia avevano fatto finire a processo un agricoltore pesarese di 57 anni, Andrea Busetto Vicari, per minacce aggravate. Dopo sei anni e mezzo di tribunale oggi è arrivata l’assoluzione. «Sono finito in mezzo a questa vicenda – commenta l’agricoltore – solo perché sono abituato a dire sempre quello che penso in maniera diretta ma non avevo fatto nulla contro quelle persone». La sentenza del giudice Elisa Matricardi è arriva oggi dopo che lo stesso pm, Francesca Sbriccoli, aveva chiesto l’assoluzione per mancanza di elementi provanti a carico dell’agricoltore. A far finire in tribunale il 57enne erano stati i titolari dell’azienda con sede a Jesi, specializzata nel commercio delle energie rinnovabili, poi fallita nel 2017.
I fatti inizialmente contestati facevano riferimento al 2012. Dietro gli episodi, stando alla tesi accusatoria, ci sarebbe stato un contenzioso legale pendente con l’azienda e che avrebbe spinto l’agricoltore a fare tre telefonate e a lasciare la testa di un agnello davanti alla porta del garage degli imprenditori.

Andrea Busetto Vicari e l’avvocato Paola Righetti Saragoni Longhi

«Bella casetta, casetta brucia, bella casetta, casetta brucia» e ancora «Bei bambini, bei bambini», queste le telefonate anonime ricevute al numero fisso, come una sorta di filastrocca, della casa dove abitano l’allora presidente dell’azienda, la moglie e la madre della moglie. Tre quelle effettive ma solo due quelle denunciate all’epoca dei fatti che comprendono un periodo che va da settembre fino al 22 dicembre 2012.
Dopo le telefonate è stata rinvenuta la testa mozzata, davanti al garage della madre della moglie del presidente della società. La famiglia aveva fatto denuncia ai carabinieri che, avviata una indagine, avevano portato all’imprenditore pesarese. Le telefonate, partite da cabine telefoniche, avrebbero agganciato la cella della zona del pesarese, dove risiede l’agricoltore.
Il contenzioso legale era sull’acquisto di pannelli fotovoltaici fatto nel 2010 (costato 862mila euro) e che, secondo l’agricoltore, non avrebbero mai funzionato bene al punto di fare causa alla Energy Resources. Causa finita con un arbitrato che aveva fissato una somma con cui doveva essere risarcito l’agricoltore (164mila euro). La somma non è stata mai liquidata perché l’azienda fallì. L’agricoltore, di Montecalvo in Foglia, difeso dall’avvocato Paola Righetti Saragoni Lunghi, aveva sempre respinto le accuse sostenendo solo di aver perso molti soldi nell’acquisto di pannelli che non avrebbero avuto la resa dichiarata. Dopo l’assoluzione l’agricoltore ha abbracciato il suo avvocato, felice. L’imprenditore della Energy Resources, la moglie e la madre di quest’ultima si erano costituite parti civili nel processo.

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