Jesi-Fabriano

Amazon, Coltorti: «Centro di Valencia non alternativo a Jesi»

Il senatore del Movimento 5 Stelle, presidente della Commissione Lavori Pubblici, interviene nella polemica sul caso Amazon

Mauro Coltorti, ex presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti del Senato

ANCONA – «In un momento di crisi economica causata dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina queste occasioni non devono essere perse». Il senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti si inserisce nella polemica legata ad Amazon scoppiata ieri dopo l’audizione a Palazzo Raffaello. Il Pd era entrato in polemica ventilando che l’affare fosse sfumato per le Marche in favore di Valencia in Spagna, ma subito erano giunte le repliche del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli e del presidente di Interporto Massimo Stronati che avevano puntualizzato che il polo spagnolo non è alternativo a quello di Jesi. Un concetto, quest’ultimo puntualizzato anche dal presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato.

«La notizia che Amazon aprirà un centro distribuzione a Valencia ha gettato nel panico tutti coloro che avrebbero voluto che il centro venisse realizzato a Jesi nella Vallesina. Non credo che il centro di Valencia sia alternativo al centro di Jesi dato che è ubicato lungo il corridoio atlantico e la Spagna avrebbe comunque avuto necessità di un hub logistico – dice Coltorti -. Confido dunque che l’area dell’Interporto di Jesi ritorni ad essere la scelta prioritaria del colosso della distribuzione per la sua posizione strategica che non ha uguali per l’Italia centrale adriatica».

«Gli amministratori regionali passati ed attuali – aggiunge – dovrebbero prendere atto di non essere stati in grado, nei tempi richiesti, di fornire risposte adeguate alle richieste dell’impresa e si attivino in tutti i modi possibili per giungere quanto prima a concretizzare l’investimento che avrà ripercussioni enormi non solo per l’area di Ancona ma per l’intera Italia centrale».

Il sindaco di Jesi Massimo Bacci

A prendere le distanze era stato anche il sindaco di Jesi Massimo Bacci, secondo il quale «le parole del presidente di Inteporto Marche non cambiano di una virgola quanto raccontato fino ad oggi e stupisce la strumentalizzazione politica di chi non sa, non conosce e addirittura sembra gioire per l’eventuale danno che ricadrebbe sull’occupazione e sul nostro territorio. In realtà, Stronati ha semplicemente ricordato quello che tutti già sapevano e di cui era stato scritto a lungo, e cioè che il 31 gennaio 2022 era scaduto il contratto che legava Scannell ad Amazon per la realizzazione dell’hub di Jesi e che la stessa Amazon riteneva comunque il sito di Jesi di primario interesse, ma ad una sola condizione: che fosse stata approvata la variante urbanistica entro fine giugno. Condizione che il Comune ha puntualmente concretizzato il 4 maggio grazie al fatto che, in appena 3 giorni, il nuovo consiglio di amministrazione di Interporto era riuscito a decidere ciò che il precedente, nominato dall’esecutivo regionale a guida Pd, non era stato capace di completare in un anno e mezzo».

Secondo Bacci «che poi Amazon decida di investire anche in Spagna con un hub delle stesse dimensioni di Jesi, non toglie e non mette nulla rispetto a quanto potrà realizzare nel nostro territorio e rispetto al quale, come già ampiamente detto, si pronuncerà a luglio. Va ricordato che la variante urbanistica è stata adottata avendo ad oggi il progetto originario presentato da Scannell e che su quella variante, non su un presunto ridimensionamento, Interporto Marche si sta misurando con la stessa Scannell, creando le condizioni per definire positivamente e una volta per tutta la realizzazione della struttura che avrà esattamente quella dimensioni indicate e garantirà esattamente quei posti di lavoro (oltre un migliaio più l’indotto) a cui si è fatto sempre riferimento».

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