Jesi-Fabriano

Amnesty International Jesi, incontro pubblico sul caso Julian Assange

L'appuntamento a Palazzo dei Convegni. Assange è nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh nel Regno Unito, per accuse legate alla pubblicazione di documenti segreti riguardanti anche possibili crimini di guerra statunitensi

foto Ufficio Stampa

JESI – Amnesty International Antenna Jesi e Fare Cultura/e, associazione nata lo scorso anno per contribuire a indirizzare verso iniziative significative il ricco patrimonio intellettuale della nostra città, organizzano un incontro pubblico per riflettere sul caso Julian Assange e sul tema della libertà d’informazione. L’appuntamento è a Palazzo dei Convegni sabato 14 ottobre alle ore 17,30.

Patrizia Taglianini illustrerà la posizione di Amnesty International sulla vicenda, invitando a sottoscrivere l‘appello dell’associazione per la caduta di tutte le accuse e l’immediata scarcerazione di Assange (https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/), mentre la giornalista Stefania Maurizi presenterà il suo libro “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks”. Ad arricchire la discussione ci saranno il punto di vista di Fulvio Pastore, Professore ordinario di Diritto Costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Napoli Federico II, e quello del Garante dell’Associazione “Articolo 21” Vincenzo Vita. Modererà il dibattito Chiara Berti dell’associazione Fare Cultura/e. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Jesi e dall’associazione Fidapa e si avvale della collaborazione della Libreria Incontri.

Julian Assange si trova attualmente rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh nel Regno Unito, sulla base della richiesta di estradizione degli Usa, per accuse legate alla pubblicazione di documenti segreti. Su di lui pesa il rischio di una condanna a 175 anni di carcere. Questi procedimenti giudiziari, derivanti dall’aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi, rappresentano un gravissimo attacco su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange, nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks, non dovrebbe essere punita, perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Inoltre l’estradizione negli Usa presenta per Assange il rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento. Il fatto che sia stato obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli, infine, compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

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