Jesi-Fabriano

Alluvione e polemiche, mentre i cittadini conteggiano i danni

La pioggia eccezionale di sabato 1 settembre, che ha messo in ginocchio la città, sta mettendo contro maggioranza e opposizione. C'è tempo fino a domani, intanto, venerdì 14 settembre, per indicare al Comune di Jesi i danni subiti

Via Garibaldi dopo l'alluvione

JESI – Sono già una settantina le richieste di risarcimento danni pervenute in Comune a seguito dell’alluvione di sabato 1 settembre (leggi l’articolo). C’è tempo fino a domani, venerdì 14 settembre, per formalizzare la richiesta (link alla modulistica). L’amministrazione, dal canto suo, dopo aver puntualizzato l’eccezionalità delle precipitazioni, ha provveduto a inoltrare domanda alla regione per lo stato di emergenza (leggi l’articolo).

La pioggia battente ha ovviamente scatenato anche le polemiche. Andrea Binci e Lorenzo Fiordelmondo del Pd hanno chiesto la convocazione di una commissione consiliare per avere delucidazioni in merito alla devastazione provocata da pioggia e grandine del funesto pomeriggio di inizio settembre. Ma non è stata concessa. «Sabato 1 settembre e accaduto un fatto eccezionale che pensiamo meriti una discussione in commissione – evidenziano i democrat -. Il rifiuto di convocazione della stessa, al di là delle motivazioni addotte nella risposta di diniego – da parte dell’Amministrazione – che ovviamente non condividiamo, ha sicuramente un aspetto molto politico e poco istituzionale. La volontà del Partito Democratico e dei suoi consiglieri nell’affrontare
questa emergenza è di piena collaborazione e senza ombra di polemica. Il nostro interessamento, doveroso, guarda esclusivamente agli interessi della città. Per questo il rifiuto di convocazione della commissione e inaccettabile».

Si fa sentire anche Jesi in Comune. «Il rifiuto di convocare una commissione ad hoc sul maltempo – osserva il movimento di sinistra – che ha interessato la città sabato 1 settembre è una scelta da condannare nel merito ed, ancor prima, nel metodo. La richiesta che era stata presentata dai consiglieri del Partito Democratico era e resta non solo legittima, ma condivisibile, in uno spirito di approfondimento per il bene della città. La maggioranza, per il tramite del consigliere Filonzi, ritiene invece che la questione possa essere (è proprio il caso di dire…) liquidata con un comunicato stampa dell’amministrazione, che riportava un bollettino con l’indicazione esatta della quantità di acqua precipitata. Va bene l’eccezionalità delle precipitazioni (ma quando il problema si ripete diverse volte non è più tanto eccezionale…), tuttavia tra le zone più colpite dagli allagamenti c’erano San Giuseppe e Viale della Vittoria. Cioè proprio quelle dove più di recente sono stati fatti lavori, compresi interventi a marciapiedi, caditoie, canali di scolo e, nel caso di via Garibaldi, fognature. Tra l’altro non è ancora del tutto chiara nemmeno la questione dei risarcimenti: chi sarà risarcito? A quali condizioni? E allora perchè la richiesta di sentir riferire in Commissione è stata negata? Come sempre, la minoranza si deve “fidare”, deve aspettare, si deve accontentare dei comunicati stampa. Come se non fosse parte integrante della rappresentanza della comunità e dei residenti. Il manovratore non ama essere disturbato».

La replica dei gruppi di maggioranza Jesiamo e Jesinsieme non si è fatta attendere: «Cavalcare quanto accaduto sabato 1 settembre durante gli allagamenti dovuti ad una tre le più abbondanti precipitazioni degli ultimi decenni, indicando tra le cause gli interventi alle fognature, la pulizia delle caditoie e rispolverando i lavori effettuati lungo le strade è semplicemente fuorviante rispetto alla realtà – sostengono le due liste a sostegno del sindaco Massimo Bacci -. Una strumentalizzazione poco seria che non serve alla città. Con questi presupposti, alla ricerca della polemica facile e nella oramai noiosa insinuazione del sospetto, si è ritenuto corretto non convocare  per ora la Commissione. Le domande di risarcimento nello sportello aperto dal comune sono in via di presentazione a dimostrazione di una situazione in corso d’opera che non può nemmeno, ad oggi, ragionare su tutti i dati completi».

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