Jesi-Fabriano

Allarme Covid al Carlo Urbani, il presidente del Consiglio regionale visita l’ospedale di Jesi

Accogliendo l’allarme lanciato dall'amministrazione comunale, Dino Latini ha ritenuto opportuno rinnovare la solidarietà a operatori e degenti, rappresentando la vicinanza dell’Assemblea legislativa

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi
L'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – Accogliendo l’allarme lanciato dal sindaco Massimo Bacci, il Presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, ha ritenuto opportuno visitare l’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi, rinnovando la solidarietà a operatori sanitari e degenti e rappresentando la vicinanza e l’attenzione dell’Assemblea legislativa ad una delle tante situazioni di difficoltà presenti nelle Marche.

Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini

Latini non ha mancato di evidenziare lo sforzo della Giunta e del Presidente Acquaroli, «impegnati continuamente a fornire risposte per combattere con ogni mezzo la pandemia». Ed ha evidenziato la necessità di «rimanere uniti, solidali e fiduciosi nell’impegno reciproco per sconfiggere il virus, certi che l’azione amministrativa della Regione è costante, crescente, senza riserve».

Un saluto quello portato all’ospedale di Jesi, che il Presidente Latini estende «a tutte le realtà delle Marche che oggi sono in difficoltà, nessuna esclusa».

Il presidente regionale Acquaroli in visita all’ospedale Carlo Urbani di Jesi assieme al sindaco Massimo Bacci

Sfonda quota ottanta il numero dei malati di Covid-19 ricoverati all’ospedale di Jesi Carlo Urbani. Una situazione che mette in allarme, in particolare l’amministrazione comunale.

È stata anche l’assessora alla sanità Marialuisa Quaglieri a esprimere la «forte preoccupazione per l’alto numero di ricoveri Covid presso l’ospedale Carlo Urbani. Stando agli ultimi dati acquisiti sarebbero oltre 80 i degenti dell’ospedale cittadino affetti da coronavirus e distribuiti nei vari reparti, dalla terapia intensiva fino al pronto soccorso».

L’auspicio dell’assessora è che «le autorità sanitarie prendano presto consapevolezza di tale criticità che rischia di minare la normale attività del Carlo Urbani a favore di pazienti affetti da altre gravi patologie, procedendo ad una equa ridistribuzione dei soggetti Covid nei vari ospedali marchigiani». Appello analogo era già stato espresso già in occasione della prima andata nella primavera 2020.

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