Jesi-Fabriano

Alberto Pedroli (NBM): da giugno il tavolo sindacale per i tagli

Entro la metà di giugno verrà aperta la procedura che darà il via alla concertazione sui nuovi esuberi in Nuova Banca Marche. Lo ha confermato il nuovo amministratore delegato di NBM-Gruyppo Ubi - questa mattina ad Ancona, a margine del "MarketplaceDay" di Confindustria Marche

Pedroli, ad Nuova Banca Marche Gruppo Ubi
ANCONA – Entro la metà di giugno verrà aperta la procedura che darà il via alla concertazione sui nuovi esuberi in Nuova Banca Marche. Lo ha confermato Alberto Pedroli– nuovo amministratore delegato di NBM Gruppo Ubi – questa mattina ad Ancona, a margine del “MarketplaceDay” di Confindustria Marche. La trattativa sui tagli (dipendenti, filiali, costi operativi) si aprirà dunque a breve, con l’invio delle lettere ai sindacati nazionali, e potrebbe durare per tutta l’estate, fino alla fine di settembre; sul “piatto”, il piano industriale di Ubi Banca rimodulato dopo l’acquisizione – al prezzo simbolico di un euro – delle tre good bank, ovvero Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova Carichieti. Entro il 2020 il gruppo bergamasco vuole ridurre di circa 200 milioni gli oneri operativi delle tre banche attraverso una contrazione dell’organico di 1.569 risorse (-32% rispetto al 2016), il taglio di 140 filiali e l’ottimizzazione delle altre spese amministrative. Grande la preoccupazione tra i lavoratori, e i sindacati lamentano: “nessuno ci ha ancora detto su quali numeri si dovrà lavorare per ciascuna delle tre banche, e quanti dipendenti rischiano il posto di lavoro”.
«I numeri del personale, il macro numero sono quelli del piano industriale di Ubi ma la determinazione è fatta dalla concertazione e dalla negoziazione sindacale. Non sarebbe corretto, da parte mia, fare dei ragionamenti, senza nessun riflesso e importanza». Così Alberto Pedroli ha risposto ai giornalisti, a margine del suo intervento al MarketplaceDay, confermando che a metà giugno partiranno le lettere ai sindacati nazionali per l’apertura della procedure per il taglio dei costi operativi nel perimetro delle tre good-bank acquisite dal gruppo Ubi.
Sui progetti di sviluppo per la banca, ha affermato Pedroli, «dopo un periodo di risoluzione molto lungo, in cui le attività ordinarie erano ridotte e doveva essere conservato un profilo di significativa liquidità, oggi siamo una banca che ha un catalogo prodotti a 360 gradi, estremamente aperto, che reputiamo anche abbastanza competitivo, stante il posizionamento italiano del gruppo Ubi. Quindi, vogliamo tornare a fare banca con tutti i nostri clienti magari andando anche a suonare i campanelli di quelli che ci hanno abbandonato non confidando nel fatto che Banca Marche potesse superare questo momento di crisi. Questo per dire loro che ci siamo ancora e che oggi abbiamo una solidità patrimoniale importante che è quella che possiamo ricevere dal gruppo Ubi al quale apparteniamo».

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