Jesi-Fabriano

«A Dio apparteniamo e a Dio facciamo ritorno», giovedì l’addio a Yasmine

La camera ardente è stata allestita all'obitorio dell'ospedale Carlo Urbani. Amici e parenti potranno darle l'ultimo saluto prima della sepoltura

Yasmine in tuta della Protezione civile

JESI- «La camera ardente della nostra amata e compianta figlia Yasmine, che si è spenta a soli vent’anni, sarà allestita all’obitorio dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi». È il padre, Youssef Wahbi con la voce rotta dalla commozione e dalla rassegnazione ad annunciare come si svolgerà l’ultimo addio alla sua Yasmine, prematuramente scomparsa a soli 20 anni a causa di un’emorragia cerebrale nella notte tra domenica e lunedì. La camera ardente sarà aperta oggi (mercoledì 2 dicembre) dalle ore 10 alle 18,45. I funerali si svolgeranno al cimitero di Jesi giovedì 3 dicembre alle 10.

Yasmine sarà sepolta a terra rivolta verso la Mecca. «Ringraziando in anticipo chi vorrà dare l’ultimo saluto alla nostra Yasmine, vi preghiamo di rispettare le regole anti-Covid, evitando assembramenti e indossando sempre la mascherina. A Dio apparteniamo e a Dio facciamo ritorno», chiede Youssef, trovando rifugio e conforto in una fede incrollabile. Poi ricorda la sua bambina, strappata alla vita così presto. «Della mia Yasmine ho solo ricordi belli, lei era un angelo, era legatissima a me e voleva essere come me – racconta – le piaceva essere come me nel modo di aiutare gli altri e di metterci a disposizione del prossimo. Proprio per questo le avevo detto di provare a entrare nella Protezione civile e ha subito accettato, era così contenta. Domenica della scorsa settimana aveva anche superato il test e l’avevano ammessa nel gruppo di Jesi…».

Aveva appena indossato la divisa gialla del Nucleo di protezione civile comunale di Jesi, seguendo l’adorato padre nelle iniziative. Aveva tanti sogni Yasmine, nata in Italia, con le radici nelle tradizioni della sua cultura e lo sguardo all’Occidente.

Yasmine Wahbi

«Sono venuto dal Marocco in Italia nel 1994, qui sono nati i miei figli – dice ancora Youssef – abbiamo lavorato tanto per promuovere l’integrazione e la nostra cultura. Sono diventato presidente del Centro culturale islamico “Al Huda” di Jesi per diversi anni, sono volontario della Protezione civile e della Croce verde. Yasmine era speciale, voleva fare tante cose, mi seguiva in queste cose… Sa, voleva fare la psicologa…». Un diploma all’Ipsia di Jesi, poi qualche mese a Londra dove aveva ripensato alla sua vita, cambiando idea. Era incerta, in attesa di ritrovare la sua strada e capire come riscrivere il suo futuro, aveva iniziato a lavorare da Fileni.

«Aveva iniziato appena 15 giorni fa e già tutti i colleghi erano innamorati di lei, del suo modo di essere, della dolcezza di Yasmine – conclude Youssef – lunedì doveva fare il suo primo turno di mattina, invece non si è più svegliata. Non so come…non ho parole. I colleghi sono sotto choc, sono sconvolti. Qualcuno si è fatto vivo, non ci credeva… stiamo ricevendo tanta solidarietà, avete scritto tante parole belle per Yasmine, grazie di cuore».

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