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Old, but gold (vecchio, ma d’oro), i 50 anni del Verdicchio con lo chef Recanati

Un viaggio nella storia della cucina delle Marche, a tempo del giallo paglierino più famoso d'Italia. È la sintesi della cena di gala per il suo compleanno che si è tenuta domenica sera in occasione del Vinitaly nel tempio del vintage di Maison Vicentini

Lo chef Errico Recanati
Lo chef Errico Recanati

VERONA – Un viaggio nella storia della cucina delle Marche, a tempo di Verdicchio. È la sintesi della cena di gala per il 50° compleanno del celebre “giallo paglierino” dei Castelli di Jesi, che si è tenuta domenica sera in occasione del Vinitaly nel tempio del vintage di Maison Vicentini. A seguire l’itinerario enogastronomico sotto la stella di Errico Recanati (Ristorante Andreina) 70 firme e volti del giornalismo enogastronomico italiano e internazionale.

Fa luce sulla “verità degli ingredienti” la stella di Errico Recanati, chef del Ristorante Andreina e marchigiano doc, in scena per raccontare il Verdicchio anche con l’altra metà della tavola marchigiana. Una cucina “neorurale”, come lui stesso la definisce, dove la tradizione si interseca con le nuove tecniche e la ricerca, attraverso anche l’utilizzo della brace e dello spiedo – la cottura “primordiale” – per esaltare sapori semplici e autentici.

Un vecchio opificio anni ’30 che diventa una macchina del tempo, un angolo di storia fatto di lampade, bauli, quadri, divani, accessori e, soprattutto, stile. Maison Vicentini festeggia i 50 anni del Verdicchio mettendo in scena un presente che è la fotografia non solo del passato ma del divenire.

Ci sono il mare e la campagna delle Marche nei finger food proposti da Errico Recanati, accompagnati da un calice del Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Spumante brut 2015 di Fazi Battaglia. Si parte con il profumo di camino di “Lattuga alla brace, mistrà e mandorla”, una citazione dagli anni ’60 sfumata in mare con i “Pacca-Sassi”, “finocchio marino” cresciuto tra gli scogli del Conero, citato anche da Shakespeare nel suo “Re Lear”. L’opulenza del gusto degli anni ‘80 si concentra nel cannolo croccante, un vol au vent reinterpretato per accarezzare il palato.

Le visciole, ciliegie delle primavere in campagna, si vestono da festa anni ’70, mentre il “Tacos di otto file ed erba di campo” trasformano in street food la polenta, una “crescia” di granturco da riempire come fosse una tasca di ciò che la natura ci offre.

“Vitello tonnato a colori”, un piatto psichedelico per assaggiare la moda degli anni ‘70, quando geometrie e colori giocavano a trasformare la realtà: appare un “amuse-buche”, ma in realtà è un gioco del gusto, accompagnato da un Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc “Muntobe” 2017.

Un “Risotto, colombaccio e bietolina” e “Mischiato di patate di Montemonaco e lumache” riportano il cuore agli anni ’60, quando i piatti con la selvaggina davano un tono a qualsiasi pranzo di celebrazione o di convivialità, e quando ancora si andava per lumache. “Vigneto del Balluccio” 2016 (Tenuta dell’Ugolino) e “Misco” 2015 (Tenuta di Tavignano) sono i due calici di Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore che hanno brindato al gusto di questi ricordi.

I sughitti, sono il mosto che s’addensa e si fa gelatina, sono la vendemmia dolce. In “Capriolo, sughitti e frutta secca” incontrano la cucina della montagna, divenuta un must negli anni ’90 con il boom delle vacanze sulla neve. Qui, per esaltare il palato, “Il Cantico della Figura” 2008, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Riserva di Andrea Felici.

Lo stupore di una piccola pasticceria senza tempo, esplode con piccolo ma immenso “Mars di Verdicchio”. L’incontro tra il cioccolato fondente e una riduzione di Verdicchio e mandorle sono la sintesi della bellezza – letteralmente – al cubo, ripresa in stato liquido dal “Tordiruta” 2011 di Terre Cortesi Moncaro.

Il Verdicchio – Old, but Gold – e le sue voci, dalle sue etichette pluripremiate all’Istituto marchigiano di tutela vini, in campo dal 1999 per promuovere e tutelare le denominazioni e la qualità del Made in Marche. A ricordare con Errico Recanati il 50° dal riconoscimento della Doc del Verdicchio dei Castelli di Jesi, il direttore e presidente del maxiconsorzio marchigiano, Alberto Mazzoni e Antonio Centocanti, e Carlo Cambi, giornalista esperto di agroalimentare e turismo.

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