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«Vigili del fuoco al collasso», la denuncia del Conapo

Il sindacato autonomo dei pompieri, per bocca del segretario regionale delle Marche Mirco Luconi, lamenta «la grave carenza di personale operativo che fanno registrare i Comandi Provinciali di Ancona Ascoli Piceno Macerata e Pesaro»

Vigili del Fuoco
Vigili del Fuoco

ANCONA – «Siamo al collasso, una situazione gravissima e paradossale perché mal gestita da mesi e che nonostante le promesse del Capo del Corpo in occasione della recente visita nel capoluogo marchigiano, non si avvia a soluzione». La denuncia arriva dal Conapo, il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco che, per bocca del segretario regionale delle Marche, Mirco Luconi, denuncia «la grave carenza di personale operativo che fanno registrare i Comandi Provinciali di Ancona Ascoli Piceno Macerata e Pesaro».

«Anzi – incalza Luconi – ci sentiamo doppiamente presi in giro, perché per attendere l’arrivo del Capo del Corpo il personale si è trattenuto oltre l’orario di lavoro o è appositamente intervenuto seppur libero dal servizio. Altrimenti avrebbe trovato non più di una decina di persone ad attenderlo tra funzionari e colleghi servizio. Una vergogna. La festività del 2 giugno, con la spettacolare discesa dalla torre della prefettura con conseguente dispiego del tricolore, ha visto una parte di colleghi partecipare in turno libero, altri reperiti al momento sottraendoli dal servizio di soccorso urgente, riducendo la sede di Arcevia a solo due unità, quindi non pienamente operativa ma adibita solo ad un eventuale supporto ad altre squadre, e l’organico dell’aeroporto ridotto al minimo con conseguenti rischi di ritardi».

«Non ultimo – anticipa sempre il dirigente sindacale – domenica prossima questa assurda, umiliante e pericolosa situazione si ripresenterà in quanto parte del personale in servizio ed altri colleghi sempre in turno libero, quindi senza neanche essere pagati, saranno impegnati alla festa della Marina Militare. Con il profondo rispetto che nutriamo nei confronti delle altre istituzioni, riteniamo che queste situazioni non devono mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Si trovino dunque le risorse necessarie per richiamare in servizio personale aggiuntivo al fine di garantire un adeguato servizio di soccorso e, al contempo, assicurare la partecipazione dei vigili del fuoco all’evento già programmato».

Il comando di Ancona, specifica il Conapo, «soffre una carenza cronica di una quarantina di vigili del fuoco: abbiamo chiesto al capo del corpo di anticipare al massimo a fine giugno i movimenti del personale, già programmati per settembre, per non collassare completamente e continuare a garantire un servizio di soccorso ottimale ai cittadini. Denunciamo quindi – scelte scellerate da parte del capo del corpo che, nonostante le richieste avanzate anche dal comandante provinciale, non intende autorizzare un congruo monte ore di lavoro straordinario né anticipare il rientro dei colleghi già in attesa degli spostamenti previsti per settembre, per far fronte, seppur temporaneamente e parzialmente, alla grave carenza di personale al comando di Ancona. Ci appelliamo anche ai politici marchigiani. Chiediamo loro che si facciano carico del problema e lo sottopongano con estrema urgenza al neo ministro degli interni, essendo questo un problema grave e diffuso che, infatti, attanaglia anche i comandi di Pesaro, Macerata ed Ascoli, due di questi, peraltro, già in sofferenza perché gravemente colpiti dal sisma. Va affrontato inoltre – rimarca segretario regionale del Conapo – il problema della carenza degli automezzi di soccorso, molti dei quali sono fermi in officina per mancanza di fondi senza i quali, comprensibilmente, stante anche il credito che vantano nei confronti della nostra amministrazione, le officine non hanno alcuna intenzione di continuare a riparare gratuitamente. Mezzi, tra l’altro, sempre più vetusti, risalenti anche alla fine degli anni ’80. Queste problematiche le abbiamo recentemente segnalate anche rispetto ai comandi di Macerata e Ascoli ma che ad Ancona, oggi, si sono raggiunti livelli insostenibili di dignità».

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