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Fondi americani interessati alle sofferenze ex Banca Marche garantite da immobili

Alle fasi finali l'asta di Rev per la cessione di circa un miliardo di crediti problematici garantiti in gran parte da immobili, al 65% provenienti dalla ex Banca Marche; tre fondi americani interessati allo stock garantito in larga parte da immobili, al 40% residenziali e all'80% nel centro Italia.

Il logo di Banca delle Marche

ANCONA – Si chiama “Project Rossini” ed è il dossier della cessione di un miliardo di sofferenze bancarie (Npl ovvero “Non Performing Loan”) messo in vendita dalla Rev, la “bad bank” dove sono confluiti i 10,3 miliardi di crediti difficili delle ex Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e CariFerrara, gli istituti di credito posti in risoluzione nel novembre 2015. Un nome non a caso ispirato al grande compositore marchigiano, visto che il 65% delle sofferenze fa capo alla vecchia Banca Marche. L’operazione “Rossini” interessa una quarantina di grandi posizioni, e comprenderebbe molte proprietà di tipo residenziale, industriale e commerciale, situate all’80% in Centro Italia, in particolare in Marche, Abruzzo, Lazio ed Emilia Romagna; il 40% del portafoglio è garantito da proprietà di tipo immobiliare residenziale.

Il processo di cessione, gestito dal consulente di Kpmg, si è aperto questa estate; molti i soggetti interessati a prendere parte all’asta, con varie fasi successive, dalla prima manifestazione di interesse – lo scorso giugno – da parte di circa 30 soggetti, investitori internazionali e grandi gruppi finanziari, alle fasi conclusive dell’asta in questi giorni. Secondo fonti finanziarie raccolte dal Sole 24 ore, il team della Rev, guidato dall’amministratore delegato Salvatore Immordino, avrebbe aperto ieri le buste presentate da tre acquirenti (i fondi statunitensi Bain, Fortress e Cerberus), e si sarebbe riservato di acquisire un giudizio di un consulente sulla congruità economica delle offerte prima di decidere sul vincitore della gara.

Prosegue dunque l’intensa tabella di marcia della Rev per creare valore intorno allo smaltimento di un notevole quantitativo di npl provenienti dalle quattro ex Banche, molti dei quali della vecchia Banca Marche. Questa estate, un portafoglio di sofferenze per 300 milioni è stato venduto al fondo statunitense Seer Capital Management; sarebbe inoltre in cantiere il lancio di una tranche tra 1,5 e 2,5 miliardi di euro di cartolarizzazione per la quale saranno utilizzate le Gacs, cioè le garanzie statali.

Nel 2016, il prezzo molto basso degli Npl confluiti in Rev ha permesso di realizzare 42,2 milioni di plusvalenza. La valutazione molto prudente fatta da Bankitalia e dalla Commissione Europa sul valore dei crediti problematici delle banche in risoluzione sta insomma favorendo il processo di smaltimento.

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