Macerata

Ancora in cura il lupo salvato a Sant’Angelo in Pontano. E partono le indagini dei Forestali

L'esemplare si trova ricoverato presso il Centro tutela e ricerca fauna esotica e selvatica di Monte Adone di Sasso Marconi a Bologna. I Carabinieri cercano i bracconieri responsabili

L'esemplare di giovane lupo salvato sulle montagne di Sant'Angelo in Pontano

È una storia di quelle che sembrano uscite dalla penna dei fratelli Grimm ma di cui si attende un lieto fine. Sono gli ultimi giorni del vecchio anno, siamo nei boschi di Sant’Angelo in Pontano, un grazioso comune di 1300 anime nel Maceratese, dalla storia intagliata nel legno degli ulivi e nelle venature dei campi per lo più coltivati a frumento, foraggio, girasole, vite.

In questa zona ancora si aggirano i bracconieri, non cacciatori, ma appassionati della cacciagione, amanti di un’attività che non ha rispetto per la vita degli animali, cui danno una morte lunga e dolorosa con trappole e fili di ferro. Uno di questi bracconieri bazzica furtivo nelle campagne dove solitamente si aggirano cinghiali. Vuol catturarli, allora prepara la sua trappola diabolica: una corda d’acciaio – solitamente usata come laccio per la cattura di fauna selvatica – posizionata nei pressi di un sentiero in una fascia boscata non lontano da una strada comunale.

Sarebbe tornato a vedere se la sua trappola avesse catturato qualche ungulato, invece stavolta a finire nel laccio è un giovane lupo. Un esemplare di quelli già avvistati in zona dai pastori, ma di cui non esiste un vero e proprio censimento nonostante gli studi avviati dai Carabinieri Forestali per individuare gli animali selvatici (quali colonie e che razze) siano presenti nella zona. Il giovane esemplare non sapeva di dover fare attenzione agli uomini ed è rimasto intrappolato in quel laccio mortale.

A segnalare la presenza del lupo nella trappola che avrebbe anche potuto ucciderlo, è stato un cittadino cinese residente in zona che sulle prime non aveva compreso si trattasse di un lupo, bensì di un cane selvatico.

L’uomo ha avviato la segnalazione ai Carabinieri Forestali di Sarnano, guidati dal Comandante Luogotenente Tonino Severini. Sul posto è intervenuto il brigadiere capo Armando Forconi, che ha effettuato un sopralluogo e trovato l’animale ancora vivo, sebbene ferito. È stato subito allertato il Cras di Fermo (Centro Recupero Animali Selvatici) per procedere alla liberazione dell’esemplare, che appartiene a una specie protetta. È intervenuto anche il medico veterinario che ha anestetizzato l’animale, permettendo quindi agli operanti di liberarlo da quella trappola mortale.

Con ogni probabilità era finito in quella trappola da poco tempo, forse da qualche ora, altrimenti se fosse rimasto intrappolato per un lasso di tempo maggiore sarebbe sicuramente morto con una lunga agonia. Queste trappole, usate dai bracconieri infatti, non tengono affatto in considerazione la dignità dell’animale che riceve una morte atroce, lunga e dolorosissima. Il bracconaggio nella zona era un fenomeno molto più evidente qualche anno fa, retaggio di anziani che non volevano abbandonare il loro modo di catturare gli animali selvatici. Oggi per fortuna è in disuso, ce ne sono rimasti alcuni, che i Carabinieri stanno cercando di individuare.

L’esemplare di lupo finito nella trappola del bracconiere a Sant’Angelo in Pontano.


Il lupo, un esemplare giovane, al momento del ritrovamento era in buone condizioni generali. È stato recuperato e trasferito nel Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone di Sasso Marconi, a Bologna, una struttura specializzata per la cura di queste specie. Una volta verificato lo stato di salute del lupo e somministrate le eventuali terapie medico-veterinarie, l’esemplare sarà sottoposto a esame del Dna per capirne la purezza della razza e le caratteristiche. Successivamente verrà nuovamente rimesso in libertà nel suo ambiente naturale. Dal Centro fanno sapere che nonostante le complicazioni legate ai danni provocati dal laccio metallico, il lupo sta bene e sta facendo le cure del caso. Come per ogni esemplare salvato e curato, l’iter della guarigione e poi della liberazione avvengono nel più stretto riserbo per una tutela dell’animale e la sua salvaguardia.

Intanto, sono partite le indagini di polizia giudiziaria da parte dei militari della Stazione Carabinieri Forestali di Sarnano per identificare il responsabile dell’illecito. Quello del bracconaggio è un fenomeno che in passato ha interessato soprattutto cinghiali, volpi e daini finora mai nessun lupo era caduto nelle trappole installate dai bracconieri. L’allerta resta altissima.

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