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Ancora critico nelle Marche il mercato del lavoro

Presentato ad Ancona dalla Regione Marche il Rapporto dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro: nel 2016 in calo dell'0,8 gli occupati, cresce il lavoro intermittente (+6 mila), cala il numero dei contratti a tempo indeterminato. In aumento il Pil e la spesa per consumi delle famiglie

L'assessore Loretta Bravi alla presentazione del Rapporto 2017 dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro

«Le Marche nell’ultimo anno, pur in un difficile scenario aggravato dal sisma, hanno registrato alcuni segnali di miglioramento che l’amministrazione regionale è intenzionata a cogliere e a sostenere con misure apposite per agganciare il treno della ripresa». Questo il commento dell’assessore regionale al Lavoro, Loretta Bravi, alla presentazione del Rapporto 2017 dell’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, tenuta giovedì 27 luglio nella Sala Verde di Palazzo Leopardi.

Dal quadro fornito dal Rapporto dell’Osservatorio regionale del mercato del lavoro emerge in generale un divario tra il trend negativo dipinto dall’Istat (indagini a campione) e i dati amministrativi (comunicazioni obbligatorie), più vicini al territorio, che evidenziano un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni (+7.216). Anche il primo trimestre 2017 mostra dinamiche contrastanti fra i dati Istat, che evidenziano un peggioramento del quadro congiunturale del mercato del lavoro regionale, e i dati amministrativi (sui flussi assunzioni-cessazioni) e Inps (sul ricorso alla cassa integrazione) che, invece, fanno rilevare un miglioramento.

Per il 2016, rimane critico il quadro del mercato del lavoro, soprattutto per le donne (-8,8% occupate) e i giovani (31% disoccupati): secondo i dati Istat, cala l’occupazione regionale (-0,8%, circa 5 mila in meno), il tasso di occupazione 16-64 anni è stabile al 62%, cresce la disoccupazione (dal 10 al 10,6%). Sempre i dati Istat mostrano un aumento del 6,5% le persone in cerca di occupazione che, in complesso, superano le 73mila unità. I dati amministrativi di fonte Centri per l’Impiego su assunzioni e cessazioni evidenziano dal 2010 al 2014 una perdita di circa 30mila posizioni lavorative (differenza fra assunzioni e cessazioni) di lavoro dipendente nelle Marche, solo per la metà recuperate negli ultimi due anni in cui il saldo assunzioni-cessazioni è di 12mila nel 2015 e di 7mila nel 2016. Nel 2016 c’è stata un’impennata del lavoro intermittente (+6 mila) mentre cala il numero dei contratti a tempo indeterminato.

Segnali positivi vengono dalle stime di Prometeia che vedono per le Marche l’aumento del Pil e del valore aggiunto dello 0,6% nel 2016, seppur con valori leggermente inferiori al dato nazionale, così come la spesa per consumi delle famiglie che è tornata a crescere nelle Marche per il secondo anno consecutivo. L’export cresce del 5,6% rispetto al +1,2% nazionale. Per quanto riguarda i dati amministrativi basati sulle comunicazioni di inizio e cassazioni imprese il saldo è positivo e si attesta a 7mila unità.

In calo la Cig: in base ai dati diffusi dall’Inps, le ore di cassa integrazione totali autorizzate nelle Marche, durante il 2016 sono quasi 32 milioni, un valore del 7,5% inferiore rispetto al 2015, anche se il calo è dovuto interamente al crollo della Cig in deroga (-58,5%), mentre cresce considerevolmente la componente straordinaria (+51%); in Italia la flessione nel 2016 è molto più accentuata e si attesta al -14,8%. L’esplosione della cassa integrazione straordinaria è dovuta soprattutto al settore meccanico. Il 2016 è anche l’anno con il minor ricorso alla mobilità dall’inizio della crisi; questo viene evidenziato dai dati amministrativi che fanno rilevare 2.190 lavoratori in mobilità, contro i 7.183 del 2014 e gli oltre 10mila del 2010/2012.

«Il quadro economico è sicuramente molto complesso – ha commentato Loretta Bravi – ma i numeri indicano anche che abbiamo la possibilità di tornare a crescere anche in breve tempo e su questo fronte è impegnata l’amministrazione regionale sia in termini di politiche attive che passive. Vorrei che questo fosse il punto da cui partire per un cambio di mentalità e per individuare le giuste strategie politiche. Dobbiamo guardare alla formazione, alle competenze, ai giovani, al ricambio generazionale e soprattutto al fatto che siamo la Regione più artigiana d’Italia: è una peculiarità che non dobbiamo trasformare in un boomerang ma in una opportunità di crescita. Questa giornata è dunque importante per aprire un dialogo che, al di là dei singoli dati, porti a progetti concreti e innovativi per la ripresa in un mercato del lavoro in costante trasformazione. Nel 2016 abbiamo investito ben 38 milioni di euro dei Fondi strutturali FSE  in misure e bandi volti al sostegno dell’occupazione e della formazione di personale qualificato in base alle esigenze emerse dai territori. Proseguiremo su questa strada integrando anche i diversi fondi strutturali (FESR; FEASR) per razionalizzare le risorse e finalizzarle alla ripresa del sistema economico marchigiano».

Tra gli interventi più importanti  ricordati dall’assessore regionale: il progetto Garanzia Giovani per 7,2 milioni di euro che ha attivato 800 tirocini; una linea di intervento a sostegno della creazione di impresa (6,5 milioni di euro) per cui sono già state presentate 250 domande; l’erogazione di borse lavoro a disoccupati over 30 (4,2 milioni) e una per il finanziamento dei dottorati industriali (1,5 milioni). E’ stato inoltre emanato l’avviso non competitivo finalizzato al finanziamento di progetti di potenziamento degli Ambiti Territoriali Sociali (9,8 milioni) e sono stati pubblicati i bandi per il finanziamento di diverse tipologie di progetti formativi (IFTS, ITS, IeFP), nonché una nuova edizione del progetto regionale English for You, destinato a favorire l’apprendimento della lingua inglese da parte degli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie superiori.

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