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Tod’s rinuncia all’uscita da Piazza Affari. Della Valle: «Raccogliamo il segnale del mercato»

Salta definitivamente la fusione per incorporazione della Maison del lusso in DeVa Finance, la finanziaria che fa capo alla famiglia Della Valle, con lo scopo di uscire dalla Borsa

Salta definitivamente la fusione per incorporazione di Tod’s in DeVa Finance, la finanziaria che fa capo alla famiglia Della Valle, con lo scopo di togliere il titolo da Piazza Affari per riportare l’azienda marchigiana sotto l’ala della famiglia stessa che per molti anni ne ha posseduto le quote.

L’incertezza regnava da ottobre, ovvero dal fallimento dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria, lanciata il 3 agosto dalla finanziaria a 40 euro ad azione. In caso di insuccesso dell’offerta, e per arrivare al delisting, i Della Valle avevano prospettato da tempo la strada alternativa di una fusione per incorporazione di Tod’s in Deva Finance. Questa ipotesi viene ora a cadere..

In una nota stampa, ieri, la finanziaria ha fatto sapere che non avanzerà la richiesta di procedere alla fusione mediante incorporazione della maison marchigiana del lusso, rinunciando anche al conseguente ritiro delle azioni dal listino di Euronext Milan. «DeVa Finance ha preferito tenere conto delle indicazioni giunte dal mercato e non procedere a un’operazione che potesse essere ritenuta ostile o quantomeno ‘not market friendly’ (sfavorevole al mercato, ndr)».

«Il valore di 40 euro per azione offerto al mercato – ha commentato Diego Della Valle, amministratore unico di DeVa Finance e presidente, amministratore delegato e azionista di controllo di Tod’s – era frutto di un’attenta analisi fatta con correttezza e trasparenza. Prendiamo comunque atto che parte dei nostri azionisti ha ritenuto il valore del gruppo Tod’s significativamente più alto della nostra valutazione ed ha preferito rimanere in possesso delle sue azioni».

«Raccogliamo questo messaggio con attenzione – ha aggiunto Della Valle – e come incitamento a portare avanti i nostri piani, che passano attraverso lo sviluppo dei singoli marchi e la loro valorizzazione patrimoniale, che crediamo abbiano grandi margini di crescita nel medio periodo».

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