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Fermo, poliziotto si spara con la pistola d’ordinanza

È il secondo suicidio in pochi giorni tra gli agenti delle Marche. Il sindacato Italia Celere chiede una commissione d'inchiesta sullo stato della Polizia e delle forze dell'ordine

FERMO – Polizia di Stato sotto choc. Nella notte un poliziotto 50enne in servizio al XIV Reparto Mobile di Senigallia si è tolto la vita sparandosi un colpo con la pistola d’ordinanza. La tragedia si è consumata nella notte, sul belvedere di Capodarco, nel Fermano. Il poliziotto è stato trovato riverso tra il sangue all’interno della sua auto. Sono stati alcuni passanti, sotto choc, a lanciare l’allarme al Nue 112, ma era purtroppo drammaticamente tardi. Era già spirato. E nessuno, neanche tra i colleghi, si capacita di questa tragedia. «Siamo increduli, sconvolti, l’abbiamo visto al lavoro due giorni fa – ci raccontano in lacrime – era silenzioso, riservato e tranquillo. Nessun segnale di sofferenza, disagio o depressione che potesse lasciar pensare che avesse dei problemi. Certo, nel nostro reparto viviamo in una condizione di stress altissima, con ritmi elevati di arrivi, partenze, nuovi incarichi, ma appare impossibile pensare che solo lo stress possa averlo spinto a un gesto tanto estremo».

La strage silenziosa degli uomini in divisa continua. Una sequela di morti, di lutti, di lacrime e di interrogativi. È il secondo gesto estremo che coinvolge agenti di polizia in pochi giorni nelle Marche: mercoledì scorso, 25 maggio, un agente di appena 23 anni originario dell’Ascolano, si era tolto la vita con la pistola d’ordinanza nel suo alloggio nella Questura di Ancona.

È il 28° suicidio tra le forze dell’ordine dall’inizio del 2022. «Continua la strage silenziosa. Uomini in divisa che si tolgono la vita nel totale silenzio di istituzioni e governi. Attenti questi ultimi più all’assetto formale che alla sostanza, si è creato un vuoto enorme, un senso di abbandono e di impotenza per cui è percepito sempre più l’interesse per l’apparenza piuttosto che per efficienza ed umanità» è il commento sui social di Andrea Cecchini, segretario nazionale del Sindacato di Polizia Italia Celere. «Non bastano più le parole, vogliamo i fatti – insiste – ai politici che ci seguono e ci sono vicini chiediamo un passo in più, una Commissione d’Inchiesta sullo stato della Polizia e delle Forze dell’Ordine. Perché ricordiamo che siamo servitori e non servi e come tali andiamo rispettati e ringraziati e non solo puniti, siamo lavoratori e come tali meritevoli di tutele, siamo uomini e come tali dignitari di rispetto».

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