Fabriano

Vertenza JP Industries di Fabriano: i Presidenti di Marche e Umbria scrivono al ministro Patuanelli

Nel piano industriale sono previsti esuberi e dismissioni di stabilimenti. Luca Ceriscioli e Donatella Tesei chiedono un incontro urgente

I lavoratori della JP Industries in assemblea
I lavoratori della JP Industries in assemblea

FABRIANO – Esuberi e dismissioni di stabilimenti previsti nel piano industriale della JP Industries di Fabriano: lettera congiunta dei Presidenti di Marche e Umbria al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. È stato chiesto un incontro per avviare un percorso risolutivo nel rispetto delle procedure già in corso.

Un nuovo durissimo potenziale colpo per l’occupazione a Fabriano e non solo. Il piano industriale della JP Industries continua a far discutere. L’imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli, titolare della JP Industries che ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni, costituito dai due stabilimenti fabrianesi (Santa Maria e Maragone) e da quello umbro di Gaifana, voleva presentare il piano “informalmente” ai sindacati di categoria, ma questi si sono rifiutati perché anticipato prima agli organi di informazione.
Dovrebbe prevedere l’identificazione come esuberi di 343 dipendenti, sugli attuati 593. Quindi, la creazione di una newco con soli 250 tute blu (numero che si raggiungerebbe solo a pieno regime), che produrrebbero in un unico stabilimento, a Santa Maria a Fabriano. Per gli esuberi, invece, cassa integrazione fino a luglio e poi due anni di Naspi.

I lavoratori, durante l’assemblea di ieri pomeriggio, hanno dato mandato a Fiom-Fim-Uilm di conoscere i contenuti del piano nel prossimo incontro fissato per il 17 febbraio, ma di ribadire che lo stesso andrà cambiato radicalmente. Si è anche parlato di coinvolgere le istituzioni a tutti i livelli.

I presidenti di Marche, Luca Ceriscioli, e Umbria, Donatella Tesei, hanno anticipato il tutto scrivendo una lettera congiunta indirizzata al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, evidenziando la necessità di un «incontro che consenta al  Ministero dello Sviluppo economico e alle Regioni di acquisire tutte le informazioni necessarie affinché, nel rispetto della procedura concordataria e tenendo conto della strumentazione esistente, sia possibile avviare un percorso in grado di dare positiva soluzione alla vicenda».

Nella missiva è stato proposto, inoltre, un excursus rispetto alla crisi industriale e occupazionale partita con la Antonio Merloni e che ha reso necessario intervenire con uno strumento quale l’Accordo di Programma, «con il quale si è definita una articolata manovra di intervento e la sua regolamentazione, attraverso l’individuazione e il coordinamento degli strumenti e delle risorse nazionali e regionali disponibili». In pratica, si è arrivati alla vendita del comparto bianco alla JP Industries di Fabriano, nel 2012, e niente di più.

Quest’ultima, però, non è mai entrata in funzione a pieno regime, tanto che la cassa integrazione è proseguita per tutti questi anni e non si è potuto evitare, nel luglio 2019, l’attivazione della procedura di concordato in bianco. Ora, ciò che è filtrato del piano industriale, «ha immediatamente prodotto grave allarme sociale e apprensione nelle comunità locali, nella consapevolezza che ciò comporterebbe, oltre a inaccettabili sacrifici occupazionali, anche un indebolimento irreparabile dell’apparato produttivo nelle nostre Regioni», concludono Ceriscioli e Tesei, chiedendo un incontro con il ministro Patuanelli.

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