Fabriano

Vertenza JP Industries: la Fiom chiede un incontro per i primi di settembre

Il tutto per verificare lo stato dell’arte delle promesse dell’imprenditore relative alla presentazione di un piano che salvaguardasse, in primis, l’occupazione nei suoi massimi livelli e garantisse il totale adempimento della situazione debitoria, circa 30 milioni di euro

Pierpaolo Pullini
Pierpaolo Pullini

FABRIANO – «Dramma di una crisi infinita». Questo quanto dichiarato dal segretario della Fiom di Ancona Pierpaolo Pullini, responsabile del territorio di Fabriano, e il Segretario generale Tiziano Beldomenico, in merito alla vertenza JP Industries, la newco dell’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, che ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni: due stabilimenti a Fabriano e uno in Umbria. Chiesto un incontro per i primi giorni di settembre.

«Con sei mesi di mensilità arretrate bloccate dal concordato, la scadenza degli ammortizzatori sociali conservativi a fine anno e l’incognita di un futuro sempre più incerto, non si può dire che saranno delle buone ferie per i dipendenti della JP Industries. La situazione finanziaria in cui versa l’azienda e l’apertura della procedura concorsuale palesano la necessità di un monitoraggio continuo della vertenza da parte istituzionale della vertenza, anche a supporto della curatela nominata dal Tribunale di Ancona», scrivono nella nota.

La Fiom ribadisce la necessità di istituire un tavolo di crisi regionale permanente in cui la vertenza JP Industries e tutto il comparto dell’elettrodomestico costituiscano uno dei focus principali, vista la valenza sociale, industriale e politica che rappresentano. «Considerati gli scarsi risultati dell’operazione di ricerca di un partner industriale e finanziario in cui Invitalia si è impegnata per mesi, si ritiene indispensabile individuare fin da subito le forme di sostegno da poter mettere in campo, cominciando proprio dagli ammortizzatori sociali in scadenza a fine anno, coinvolgendo sia il Mise che il ministero del Lavoro, monitorando costantemente le operazioni della proprietà pretendendo il rispetto di quanto dichiarato nell’incontro del 4 luglio scorso in cui veniva assicurata la presentazione di un piano che salvaguardasse, in primis, l’occupazione nei suoi massimi livelli e garantisse il totale adempimento della situazione debitoria». In ballo c’è il futuro di circa 620 famiglie.

Per questo risulta fondamentale prevedere fin dai primi di settembre «un incontro con le organizzazioni sindacali per verificare che gli impegni presi vengano mantenuti, a cominciare dalla produzione, senza la quale diventerebbe davvero difficile per l’azienda sostenersi, che sarebbe dovuta ripartire già tra fine luglio e inizio agosto e invece sembra sia destinata a slittare di almeno un mese», si conclude la nota sindacale.

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