Fabriano

Vertenza Indelfab, l’azienda chiede cassa integrazione per cessazione. Arriva il no della Fiom

Fissato il 9 novembre prossimo l'incontro con il ministero del Lavoro. Pierpaolo Pullini del sindacato di categoria chiede all'impresa in liquidazione di procedere ancora con ammortizzatori sociali per Covid, così da costruire un vero piano di salvaguardia e di rilancio industriale

Lo stabilimento della JP Industries
Lo stabilimento della JP Industries

FABRIANO – Vertenza Indelfab (ex JP Industries) di Fabriano, chiesto e fissato incontro in videoconferenza con il ministero del Lavoro per ottenere un periodo di cassa integrazione per cessazione attività. Insorge la Fiom di Ancona che invita il liquidatore dell’azienda, Giovanni Porcarelli, a valutare ancora la richiesta di cigs con causale Covid, visti i nuovi strumenti in tal senso decisi dal Governo Conte. Il tutto per conseguire maggior tempo per costruire un vero piano di salvaguardia e di rilancio industriale.

La Indelfab di Fabriano, azienda in liquidazione dopo il cambio del nome JP Industries, ha inviato in data 26 ottobre una richiesta di incontro al ministero del Lavoro e per conoscenza alle Regioni Marche e Umbria, oltre che alle parti sociali e a Confindustria Ancona.

Oggetto della riunione in videoconferenza, fissata per il 9 novembre prossimo, è quello di ottenere la cassa integrazione per cessazione attività a decorrere dal prossimo 16 novembre e fino al 15 maggio 2021. Il nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali si applicherebbe a tutta la forza lavoro attualmente occupata: 294 a Fabriano (3 quadri, 27 impiegati, 264 operai di cui 90 lavoratori nello stabilimento del Maragone e 204 in quello di Santa Maria) e 272 a Gaifana in Umbria (11 impiegati e 261 operai). Questi potranno essere sospesi dal lavoro, ovvero lavorare a orario ridotto in funzione delle esigenze tecniche, organizzative e produttive, comunque connesse a operazioni propedeutiche alla cessazione di attività. In questo percorso, si assicura dall’azienda che ha acquisito il comparto bianco della ex Antonio Merloni, saranno coinvolte le Regioni Marche e Umbria ai fini della predisposizione di appositi piani di politiche attive.

Pierpaolo Pullini
Pierpaolo Pullini

Non ci sta la Fiom di Ancona: «Alla luce dei nuovi strumenti messi a disposizione dal Governo per la gestione dell’emergenza sanitaria, la Fiom di Ancona ritiene indispensabile continuare con il percorso che ha portato al ritiro della procedura di licenziamento collettivo, coinvolgendo nella discussione anche il Mise, per valutare la possibilità di usufruire delle ulteriori settimane di cassa integrazione Covid, a fronte di garanzie di rifinanziamento della Cigs per cessazione anche per l’anno 2021. Questo al fine di avere più tempo possibile a disposizione per costruire insieme il percorso che porti all’auspicata salvaguardia del maggior numero possibile di posti di lavoro, a una gestione sociale condivisa e al rilancio industriale su cui tutte le Istituzioni hanno garantito massima disponibilità ed impegno, a fronte di un progetto concreto e credibile. A oggi non si hanno ancora notizie in merito alla procedura di concordato che stiamo aspettando dal mese di agosto e che dovrebbe chiarire le reali intenzioni dell’imprenditore», dichiara il responsabile sindacale per il distretto economico di Fabriano, Pierpaolo Pullini.

Quindi, l’appello in direzione del nuovo Esecutivo della Regione Marche. «Su questa specifica vertenza diventa indispensabile un’attenzione particolare anche della nuova Giunta delle Regione, soprattutto alla luce dell’importanza strategiche del settore del bianco nell’entroterra fabrianese e dei numeri di posti di lavoro che sono in ballo. La Fiom di Ancona chiama tutti a uno sforzo straordinario per scongiurare un dramma industriale, sociale e occupazione che il territorio di Fabriano non può permettersi», conclude Pullini.