Fabriano

Vertenza Elica, si torna al Mise: il monito dei sindacati in vista dell’auspicato accordo

Convocazione mista. A quasi un mese di distanza, dunque, si torna al tavolo, nella speranza che il lavoro sotterraneo di queste settimane, abbia portato i frutti sperati

Presidio lavoratori Elica sotto la sede del Mise a Roma (foto di repertorio)

FABRIANO – Nuova convocazione del tavolo di crisi per la vertenza Elica da parte del ministero dello Sviluppo economico. Il 9 dicembre alle 14:30, in modalità mista, vale a dire che in presenza al Mise potranno essere massimo in 22 persone, fra management della multinazionale di Fabriano e rappresentanti delle parti sociali, oltre che dello stesso Ministero. A quasi un mese di distanza, dunque, si torna al tavolo, nella speranza che il lavoro sotterraneo di queste settimane, abbia portato i frutti sperati.

Vertenza Elica, l‘ultimo incontro

L’ultimo faccia a faccia fra azienda e sindacati, sotto l’egida del Mise, è datato 19 ottobre scorso. Il giorno successivo, a testimonianza delle distanze ancora in atto, i lavoratori di Elica sono tornati a scioperare per 8 ore. Al momento la situazione della vertenza che si trascina dal 31 marzo scorso – quando la multinazionale di Fabriano, ha presentato il piano strategico 2021-2023 che prevede: 409 esuberi su 560 dipendenti complessivi del settore Cooking operativi nel comprensorio fabrianese, delocalizzazioni del 70% di produzioni dall’Italia verso la Polonia e la chiusura dello stabilimento produttivo di Cerreto D’Esi – ha portato al “congelamento” dello stesso piano e, a seguito dell’inizio della trattativa sindacale, il salvataggio di circa 145 posti di lavoro grazie al rientro delle produzioni di alta gamma dalla Polonia al sito di Mergo. Il 19 ottobre scorso, l’azienda si è detta disposta a considerare altri 75 posti di lavoro salvabili alla fine del 2023 e con volumi ipotetici: 20 dall’allocazione di alcuni modelli di vertical, mentre altri 15 deriverebbero dalla internalizzazione da una lavorazione oggi fatta in conto terzi nella seconda metà del 2022. Il recupero di ulteriori 20 persone deriverebbe, infine, da una generica crescita del prodotto di punta NikolaTesla, altri 20 dal lancio di un nuovo prodotto sempre legato alla linea NikolaTesla nella seconda metà del 2023. Passi giudicati «insufficienti» dai sindacati di categoria Fim-Fiom-Uilm, da qui la decisione di riprendere ufficialmente lo stato di agitazione e indire per il 20 ottobre altre 8 ore di sciopero.

La dichiarazione

«Riteniamo fondamentale la ripresa del confronto dopo le chiusure dell’azienda alle nostre richieste di ulteriore lavoro da riportare in Italia, con adeguato piano di investimento – dice il Coordinamento Unitario del Gruppo Elica -. Chiusure che non hanno permesso di continuare la discussione e di gettare le basi per un accordo. Il giorno 9 dicembre ci aspettiamo dei passi in avanti rispetto a quanto fin qui proposto, nella logica di costruire insieme un progetto industriale capace di guardare al futuro, delle persone e del territorio; ci aspettiamo di costruire un modello che sappia parlare al Paese, che veda il territorio tornare veramente centrale nelle strategie aziendali, di far vivere i valori del lavoro, all’altezza della forza, della passione e del cuore che le lavoratrici e i lavoratori di Elica hanno dimostrato negli anni e nella grande lotta che stanno portando avanti ormai da 8 mesi».

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