Fabriano

Vertenza Elica, altri 50 posti di lavoro salvi con rientro produzioni dall’Estero

Distanze ancora importanti con i sindacati, ma si è raggiunta l’intesa per la permanenza della produzione di NikolaTesla - cappa di punta della multinazionale di Fabriano

Il blocco della SS. 76 degli operai di Elica (Foto reportorio)

FABRIANO – Vertenza Elica, distanze ancora importanti, ma si è raggiunta l’intesa per la permanenza della produzione di NikolaTesla – cappa di punta della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti – in Italia. E altri 50 posti di lavoro sarebbero in salvo, per un totale di 145 a fronte dei 409 annunciati nel piano strategico 2021-2023 su un totale complessivo di 560. Piano “sospeso” dall’azienda in attesa del termine della vertenza apertasi il 31 marzo scorso. Questi gli esiti più importanti scaturiti dalla riunione conclusiva del tavolo tecnico territoriale che si è svolta questa mattina, primo settembre, per circa cinque ore, nella sede di Confindustria Ancona.

Il Coordinamento sindacale unitario

«Le distanze restano ancora molto importanti, ma il Coordinamento sindacale è riuscito ad impegnare l’azienda a mantenere la produzione del Tesla, prodotto simbolo e di punta, in Italia, in aggiunta a quanto si era già ottenuto nei precedenti incontri. Rimane ancora troppo alto il numero di persone che rischiano di essere escluse dal ciclo produttivo, ed una parte importante di modelli “alto di gamma” e assimilabili, continuano ad essere ritenuti non sostenibili da parte del management, ma comunque potrebbero essere di oggetto di discussione e valutazione. Questo diminuirebbe di molto l’impatto occupazionale e sancirebbe il fatto che i modelli Top del business tornerebbero ad essere prodotti nella quasi totalità in Italia: il tutto accompagnato da un reale di piano di investimenti permetterebbe di provare ad intraprendere una strada percorribile», si legge nella nota diffusa dai sindacati al termine dell’incontro, riferendosi ai 95 posti di lavoro “salvati”. A questo punto la discussione deve necessariamente spostarsi al ministero dello Sviluppo economico «per valutare gli strumenti che possono essere messi a disposizione di un progetto di reshoring che potrebbe essere costruito, in una prospettiva di lungo periodo, a salvaguardia dell’occupazione sul territorio e del patrimonio industriale del Paese. In attesa di una convocazione urgente da parte del Ministero, che comunque era prevista entro la prima decade di settembre, rimane negli stabilimenti lo stato di agitazione a sostegno della vertenza e nei prossimi giorni potrebbero continuare le azioni di lotta dentro e fuori le fabbriche, anche con iniziative ad oltranza qualora si rendesse necessario», si conclude la nota a firma del Coordinamento unitario del Gruppo Elica.

La voce dell’azienda

Dal canto suo, dall’azienda ci si fa forza con i numeri. «Per mantenere l’efficienza organizzativa sono stati selezionati, per lo stabilimento di Mergo, in un primo momento famiglie di prodotto di alta gamma caratterizzate da elevata specializzazione e qualità della manodopera, cioè quei prodotti “Made in Italy” per i quali Elica è famosa in tutto il mondo. Oltre a questo, auspicando l’esercizio del ruolo pubblico da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, l’azienda ha dato la disponibilità a mantenere in Italia la produzione del piano aspirante NikolaTesla. Grazie a queste proposte, si riuscirebbe a ridurre il numero di persone coinvolte nel piano industriale di circa 145 dipendenti. Elica dimostra così di continuare a rispettare gli impegni stabiliti e l’iter tracciato che prevedeva, dapprima, l’individuazione delle famiglie di prodotto da riportare in Italia e successivamente gli altri strumenti di riduzione del numero degli esuberi».

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