Fabriano

Fabriano, vertenza Elica: preoccupazione per occupazione diretta e indiretta derivata dall’indotto

A poche ore dal tavolo virtuale al Mise al quale sono stati invitati la Regione Marche e i sindacati, continuano le prese di posizione politiche e delle associazioni di categoria

Presidio dei lavoratori di Elica a Mergo organizzato durante le scorse festività pasquali

FABRIANO – Vertenza Elica, domani tavolo virtuale con il Mise, Regione Marche e sindacati. Il 29 aprile, apertura ufficiale del tavolo di crisi con la presenza anche dell’azienda. Intanto, interrogazione a risposta immediata presentata dall’onorevole Maria Chiara Gadda (Italia Viva) in commissione Lavoro con la quale ha chiesto «quali iniziative il Ministero intenda mettere in atto e se non ritenga urgente l’immediata convocazione di un tavolo al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento Elica di Cerreto D’Esi e la perdita di posti di lavoro in una situazione occupazionale già così drammatica segnata dalle conseguenze della pandemia», si legge nell’atto.
Il riferimento è al piano strategico 2021-2023 presentato dalla multinazionale di Fabriano, leader nel settore delle cappe aspiranti, che prevede la riorganizzazione del footprint industriale dell’area Cooking Italia: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo.

L’esponente marchigiana di Italia Viva pone in evidenza «il disastro sociale ed industriale del territorio di Ancona colpito da un progressivo depauperamento del tessuto produttivo con fortissime implicazioni dal punto di vista occupazionale e di perdita del patrimonio storico e di competenze professionali. L’azienda parla di “dolorosa scelta che servirà a salvaguardare la strategicità e la centralità dei siti di Fabriano e di Mergo e consentirà di mantenere il cuore e la testa del Gruppo nelle Marche”, ma è troppo facile affermare queste cose, dimenticandosi che servono anche le “braccia” e le competenze di lavoratrici e lavoratori, e non solo i centri direzionali. Occorre fare qualcosa», ha concluso.

Sulla vertenza Elica intervengono, con una nota congiunta, anche Confartigianato e Cna. «Bisogna che le Istituzioni si stringano attorno alle imprese e trovino soluzioni affinché le attività produttive possano resistere in questo contesto economico sempre più complesso, salvaguardando l’occupazione. Elica deve poter rimanere qui», scrivono il direttore Cna Ancona Massimiliano Santini e il segretario di Confartigianato Marco Pierpaoli.

«Anche le imprese che lavorano nell’indotto del fabrianese sono un patrimonio che, insieme ai collaboratori, va tutelato – continuano -. L’area, peraltro, è già fortemente provata da oltre un anno di emergenza sanitaria ed economica e segnata da anni di crisi aziendali e altre difficoltà, come quelle legate alle conseguenze del sisma. Ora l’auspicio è che prosegua il lavoro insieme alle istituzioni per trovare soluzioni adeguate alla situazione, mantenere il presidio marchigiano e tutelare i lavoratori previsti in esubero».

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