Fabriano

Fabriano, vertenza Elica: nulla di fatto nel primo summit ministeriale

Come riferiscono fonti sindacali, l'azienda ha ribadito i contenuti del piano strategico, mentre Regione e Mise, contrari come le parti sociali, sono pronti a valutare strumenti per rendere competitivi siti italiani, sempre che il piano venga ritirato

Presidio dei lavoratori di Elica a Mergo organizzato durante le scorse festività pasquali

FABRIANO – Posizioni distanti. Questo l’esito del primo incontro, in modalità remoto, del tavolo di crisi istituito dal ministero dello Sviluppo economico per la vertenza Elica. Vertenza che si è aperta a seguito della presentazione del piano strategico 2021-2023 della multinazionale di Fabriano, leader nel settore delle cappe aspiranti, che prevede la riorganizzazione del footprint industriale dell’area Cooking Italia: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo.

Al summit hanno partecipato, fra gli altri, il viceministro con delega alle crisi industriali Alessandra Todde, i vertici nazionali e provinciali di Fim-Fiom-Uilm, l’assessore della Regione Marche con delega al Lavoro Stefano Aguzzi, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e l’Amministratore Delegato di Elica Giulio Cocci.

Come detto, le parti rimangono ferme nelle proprie posizioni. Secondo fonti sindacali, Elica ha di fatto ripresentato il piano strategico con esuberi, delocalizzazioni e chiusura del sito produttivo di Cerreto d’Esi, confermando che la soluzione al problema del sovradimensionamento occupazionale è fondamentale per preservare i restanti posti di lavoro a livello locale. Il Mise e la Regione Marche hanno ribadito la loro netta contrarietà, dando disponibilità a valutare gli strumenti necessari per rendere competitivi gli stabilimenti italiani, ma la precondizione che non si parli di esuberi e delocalizzazioni.

«Le Segreterie territoriali e le Segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm non ritengono percorribile una discussione incentrata su delocalizzazioni in un momento di crescita del mercato, solo per inseguire logiche finanziarie che non tengono conto di chi lavora e che rischia di creare ulteriori tensioni sociali dentro gli stabilimenti del gruppo. Se non si deciderà di togliere dal tavolo di discussione il piano strategico, far partire il dialogo sarà difficile», hanno ribadito le parti sociali.

Al momento, ci si è aggiornati senza però indicare una data precisa per una nuova convocazione del tavolo di crisi. «Chiediamo – hanno concluso i sindacati – un intervento del ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e della proprietà di Elica per sbloccare questa situazione e far partire una vera trattativa».

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