Fabriano

Vertenza Elica: in circa 200 manifestano ad Ancona. Consegnato documento al Prefetto Pellos

Dal coordinamento sindacale unitario della multinazionale di Fabriano si richiede un intervento diretto del Governo attraverso la riconvocazione immediata del tavolo di crisi al Mise

Il presidio dei lavoratori Elica ad Ancona

FABRIANO – Incontro fra il Prefetto di Ancona, Darco Pellos, e una delegazione del coordinamento sindacale unitario di Elica. Consegnato un documento da parte di operai e Rsu della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, con il quale si chiede al Prefetto di farsi portavoce con il Governo delle loro istanze «per invertire la strada che Elica ha intrapreso e che continua a perseguire nonostante gli annunci anche attraverso la proroga del blocco dei licenziamenti e per individuare gli strumenti normativi atti a fermare i processi di delocalizzazione soprattutto da parte delle multinazionali e per rilanciare il territorio di Fabriano, preservandone le competenze, il know how e la strategicità industriale, in un’ottica di sistema paese». Il riferimento è al piano strategico 2021-2023 presentato lo scorso 31 marzo da Elica che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Disponibilità ottenuta dal Prefetto Pellos che si è impegnato a trasmettere il documento ricevuto ai ministeri dell’Interno e dello Sviluppo economico.

Elica: la mobilitazione ad Ancona

Ancora una giornata di mobilitazione nell’ambito della vertenza Elica. Questa mattina, 11 giugno, sono state svolte quattro ore di sciopero negli stabilimenti di Mergo e Cerreto D’Esi. In circa 200 hanno raggiunto il capoluogo dorico per organizzare un presidio sotto la sede della Prefettura di Ancona. Una delegazione di rappresentanti sindacali e operai è stata ricevuta dal Prefetto di Ancona, Darco Pellos. A quest’ultimo è stato consegnato un documento con il quale si ripercorrono le fasi salienti della vertenza: dalla presentazione del piano strategico, alla risposta dei lavoratori scandita da presidi, scioperi e manifestazioni, passando per la convocazione di tavoli di crisi in sede regionale e ministeriale. In pratica, le Istituzioni a tutti i livelli – a iniziare dalla Regione Marche – si sono schierate contro il progetto di Elica.

Un momento dell’incontro con il Prefetto di Ancona

Elica, le richieste al Prefetto Darco Pellos

Da alcuni giorni, Elica ha manifestato l’intenzione di rivedere i contenuti del piano strategico. Ma dal coordinamento sindacale si guarda a questa apertura con diffidenza. «Le aperture di cui si parla sulla stampa sono tutte da verificare ma, per fare in modo che Elica non proceda con il suo piano e lo modifichi in maniera radicale, è necessario riconvocare il tavolo di crisi presso il Mise perché il lavoro, che Elica addirittura prevede in aumento nei prossimi anni, deve continuare ad essere sviluppato negli stabilimenti del fabrianese. Si vuole ricordare che l’area cooking interessa 560 persone di cui 409 andrebbero licenziate, più un indotto di oltre 1.000 persone che rischia di sparire; ne consegue che il progetto di Elica arrecherebbe un danno occupazione, industriale e sociale insostenibile per l’intera area montana della provincia di Ancona già colpito da oltre un decennio di crisi e che vede avanzare processi di desertificazione industriale, spopolamento e abbandono del territorio. Si rende quindi necessario individuare tutti gli strumenti e le soluzioni affinché l’azienda mantenga e implementi le produzioni sugli attuali siti italiani, anziché continuare a creare tensioni sociali che rischiano di esplodere in maniera incontrollabile, dentro e fuori le fabbriche», hanno evidenziato nell’incontro con il Prefetto. Da qui, quindi, le richieste con un intervento diretto del Governo. «Non si può pensare di utilizzare risorse pubbliche come il recovery plan e i PNRR per delocalizzare le produzioni e favore di speculazioni borsistiche e finanziare, nell’interesse unico degli azionisti e non in quello del Paese», hanno concluso dal coordinamento sindacale unitario di Elica.

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