Fabriano

Vertenza Elica: il Coordinamento sindacale plaude alla rivisitazione, chiede sia radicale

«Da due mesi chiediamo all’azienda di iniziare una vera discussione su come si mantiene il lavoro negli stabilimenti italiani, a fronte di un’annunciata delocalizzazione della quasi totalità delle produzioni verso la Polonia», ricordano le parti sociali

Un momento del corteo dei lavoratori Elica

FABRIANO – «Sono due mesi che stiamo chiedendo all’azienda di iniziare una vera discussione su come si mantiene il lavoro negli stabilimenti italiani, a fronte di un’annunciata delocalizzazione della quasi totalità delle produzioni verso la Polonia». Questo l’incipit della nota a firma del Coordinamento sindacale unitario sulla vertenza Elica, multinazionale di Fabriano leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti che ha presentato il piano strategico 2021-2023 che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Ebbene, le parti sociali prendono atto delle dichiarazioni del Presidente della Regione, Francesco Acquaroli che, al termine dell’incontro con il management aziendale, ha riferito di una disponibilità a una sostanziale modifica del piano strategico.

«Siamo stati costretti a iniziare una vertenza durissima, con sciopero e iniziative di lotta perché Elica ha sempre dichiarato irrinunciabili le delocalizzazioni e i conseguenti licenziamenti. Noi abbiamo sempre risposto alle convocazioni dei tavoli di trattativa e siamo stati sempre pronti a fare le nostre proposte. Le Istituzioni a tutti i livelli si sono date disponibili a mettere in campo tutto gli strumenti che possono ma Elica ha sempre rifiutato questo confronto che ci auspichiamo, ora, possa finalmente iniziare con questo obiettivo», prosegue la nota.

Rimane la grande preoccupazione «perché nel frattempo è stata annunciato: l’abbandono di una tipologia di cappa attualmente in produzione a Cerreto D’Esi senza che la produzione venga rimpiazzata da altro; il trasferimento di diverse persone a Mergo e ci risulta che ci siano figure aziendali in missione nello stabilimento polacco per avviare la produzione di prodotti fuori dall’Italia», rivelano dal Coordinamento sindacale unitario.

In coda, l’auspicio. «Alle radicali modifiche annunciate ci auspichiamo fin da subito che segua un risolutivo cambio nei comportamenti e nelle strategie fin qui perseguite dai manager perché questo permetterebbe finalmente di aprire una reale discussione e di scrivere un futuro diverso nell’interesse delle persone, del territorio e dei valori della stessa azienda», si conclude la nota.

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