Fabriano

Un’eco-palestra immersa nel verde di Genga

Presentato il progetto durante il convegno "Lo sport fattore di crescita economica e di coesione sociale: il caso Marche", organizzato questa mattina, 11 marzo, all'Oratorio della Carità di Fabriano, dalle Fondazioni Aristide Merloni e Gabriele Cardinaletti onlus

Il tavolo dei relatori del convegno

FABRIANO – Lo sport come fattore di crescita economica e di coesione sociale: il caso Marche. Presentato il progetto di un’eco-palestra nel territorio del comune di Genga. Un parco attrezzato dove, mentre si può fare esercizio fisico, si ricaricano tablet e cellullare. Questo, in estrema sintesi, i dati scaturiti dal convegno promosso dalla Fondazione Aristide Merloni, presieduta dal ex ministro Francesco Merloni, e la Fondazione Gabriele Cardinaletti onlus, presieduta da Andrea Cardinaletti, svoltosi questa mattina, 11 marzo, nell’Oratorio della Carità a Fabriano.
Dopo i saluti dell’assessore fabrianese allo Sport, Giovanni Balducci, che ha messo in luce la duplice valenza dello sport, «intesa come disciplina e saper competere, ma anche come volano di crescita turistica e, quindi, economica», e del sindaco di Genga, Giuseppe Maderdoni, che ha evidenziato come il territorio gengarino possa rappresentare il luogo ideale «per saper coniugare bellezze ambientali e sport, a prendere la parola è stato Francesco Merloni.

Convegno

«In Italia ci sono 95mila strutture sportive, un numero superiore alle chiese, alle scuole e alle tabaccherie. Si tratta di una rete già esistente che, se sfruttata a dovere, potrebbe offrire un contributo importantissimo anche a livello economico, oltre che sociale. Non solo agonismo, ma come un tessuto connettivo che – se opportunamente programmato – potrebbe contribuire al maggior sviluppo di un territorio».

Da questa premessa, Andrea De Rita ha presentato il progetto. Si intende realizzare a Genga, come in altri punti di ritrovo che faranno parte dei percorsi, delle palestra all’aperto che, prima volta in Italia, recuperano l’energia cinetica. L’eco-palestra si compone di numerose attrezzature per il fitness: varie tipologie di biciclette, cross trainer, strumenti che misurano l’indice di massa corporea, peso e altezza, indicazioni mediche per un utilizzo corretto. L’energia meccanica delle attrezzature viene convertita e trasformata in energia pulita a costo zero. Il tutto è visibile anche sugli attrezzi, che mostrano su un display l’energia generata dagli utenti. L’energia prodotta viene utilizzata per illuminare la zona di notte o per caricare i cellulari, ma potrebbe anche alimentare le abitazioni nelle vicinanze o essere immessa in rete. Dunque, mentre si fa esercizio fisico si caricano il cellullare, il tablet, l’I-Pad o qualsiasi altro dispositivo elettronico. È uno stimolo a tenersi in forma ottenendo un premio: la ricarica. Ovviamente, più a lungo ci si allena, più si produce energia. In più l’energia generata dall’esercizio fisico è impiegata per illuminare l’area in cui sorge la palestra, rendendo il tutto usufruibile anche la notte, perché l’energia raccolta viene convogliata nelle luci poste sul pavimento e nei lampioni a led. L’energia raccolta – di cui si ha coscienza attraverso un power display che permette di controllare, in tempo reale, l’energia prodotta durante l’allenamento, motivando l’utente a fare sempre meglio e impegnarsi di più – è immessa nella rete elettrica nazionale per alimentare un edificio o altri contesti.

L’eco-palestra

Come detto si parte da Genga, precisamente dal lago Fossi. Qui sono stati individuati dei percorsi adatti. Il progetto è non solo un servizio offerto alle città e alla popolazione locale, ma un’opportunità di promozione e di caratterizzazione delle città stesse, del loro territorio e delle loro tipicità. Caratterizzare queste città come territori della salute, attenti alle necessità delle persone in termini di stili e qualità di vita. Città a dimensione d’uomo, dove la cultura del camminare, del muoversi a piedi, è un simbolo distintivo di civiltà e progresso.

Altre idee di itinerari, in cui organizzare dei pacchetti che avranno lo scopo di far conoscere a tutti i praticanti le eccellenze eno-gastronomiche e artigianali, i siti culturali più significativi e tutti quei luoghi di interesse che rappresentano la vera ricchezza della Regione Marche: Fabriano e la valle del Giano; la via Medioevale; Monastero di Fonte Avellana; l’antico sentiero dei borghi rurali; l’Alta valle dell’Esino; Pieve, Abbazie e Monasteri; i musei archeologici.

Per arrivare alla realizzazione completa di questo ambizioso progetto, durante il convegno, si è suggerito la costituzione di una cooperativa composta da 4/5 giovani, con un budget per il primo anno di circa 260mila euro. E per i successivi di circa 160mila euro.

Andrea Cardinaletti, forte della sua esperienza anche nel mondo del credito, ha relazionato su come gli investimenti nel campo dello sport possano produrre uno sviluppo per tutta la comunità, focalizzandosi anche sugli investimenti – anche esteri – dei privati.
Gianluca Gregori, dell’Università Politecnica delle Marche, ha proposto il caso Torino, una città che ospitando le Olimpiadi invernali del 2006 è riuscita a trasformarsi da città industriale a città accogliente e turistica.

Convegno

Infine, il presidente del Censis Giuseppe De Rita e il vicepresidente del Coni, nonché presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, hanno concluso il convegno. De Rita evidenziando come l’attività fisica sia fondamentale come stile di vita che impatta sul sociale e anche sui conti dello Stato. «Trenta minuti di camminata al giorno, regala tre anni di vita, con annessi e connessi in termini di spesa sanitaria e sociale». Scarso, infine, ha ricordato come per Jesi l’aver regalato all’Italia intera numerose campionesse olimpiche nel Fioretto, abbia di molto incrementato anche le presenze turistiche. «Giovanna Trillini ed Elisa Di Francisca, ad esempio, incrociano le lame con la gente comune. E questo è certamente un motivo in più per scegliere la città di Federico II come meta turistica».

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