Fabriano

Stadio “Mirco Aghetoni”: intitolazione bis con il Prefetto

Dopo la cerimonia informale del 19 marzo, quella ufficiale ieri pomeriggio con tutte le autorità. Nonno Otello Paniccia: «Dio l'ha chiamato accanto a sé in paradiso». Il sindaco Sagramola: «Grazie dottor D'Acunto per aver accelerato i tempi»

Il sindaco Giancarlo Sagramola e il prefetto Antonio D'Acunto svelano la targa che intitola a Mirco Aghetoni lo stadio di Fabriano

FABRIANO – Ora ci sono anche i crismi dell’ufficialità: lo stadio comunale di Fabriano è intitolato a Mirco Aghetoni, lo sfortunato talento fabrianese scomparso nel maggio scorso ad appena 25 anni a causa di un brutto male.

Alla presenza del Prefetto, dottor Antonio D’Acunto, ieri pomeriggio sono stati tolti i veli alla targa (realizzata dall’esperto fabbro locale Metello Gregori) posta all’ingresso dello stadio fabrianese.

Una cerimonia “informale” di intitolazione c’era già stata il 19 marzo, ma stavolta l’evento ha avuto le caratteristiche dell’ufficialità, con la presenza di tutti i rappresentanti delle autorità civili, militari e religiose.

E a fare da contorno, una splendida cornice di giovani sportivi del calcio, dell’atletica e del pattinaggio, che hanno interrotto i loro allenamenti per partecipare alla cerimonia. Un particolare che è risultato molto gradito al Prefetto. «Sono contento di vedere così tanti giovani che fanno sport – ha detto nel suo intervento il dottor D’Acunto. – Nella mia esperienza, lo sport mi ha aiutato molto a crescere, trasmettendo i valori dell’amicizia e del rispetto reciproco». E a proposito della storia di Mirco Aghetoni, ha aggiunto: «Ho percepito una forte volontà da parte di molti nel volergli intitolare questo stadio e per questo ho fatto in modo che non si aspettasse troppo tempo affinché ciò avvenisse». Il dottor D’Acunto, infatti, ha permesso l’intitolazione derogando al divieto, posto dalla normativa in materia, di intitolare vie, piazze o altri luoghi pubblici a persone che siano decedute da meno di dieci anni, ravvisandone in questo caso un particolare significato, quello di trasmettere l’esempio e la tenacia di Mirco Aghetoni, il quale, nonostante sette anni di dura lotta alla malattia, non ha mai mollato, tentando anche di tornare a calcare i campi di calcio. «Sono contento di questa piccola cerimonia, che contiene un grande valore – ha concluso il Prefetto. – E sono contento, con la mia presenza, di essere vicino alla famiglia di Mirco e a tutta la comunità locale».

A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, il quale ha ringraziato il Prefetto per aver concesso l’abbreviazione dei tempi di intitolazione, «avendo riconosciuto il grande esempio, il significato e il valore che ogni ragazzo può percepire anche soltanto leggendo il nome di Mirco su quella targa».

Ha parlato anche Marco Spuri, il presidente della Fortitudo Fabriano, società in cui Mirco aveva mosso i primi passi nel settore giovanile, prima di andare a giocare nel Siena e all’Ancona, arrivando ad un passo dall’esordio in serie B. «Chissà quanto sarebbe arrivato in alto, se il suo cammino non si fosse così bruscamente interrotto… – si è domandato Spuri. – Ora, come esempio, ci resta la sua forza. In suo ricordo abbiamo organizzato un Memorial, appena giunto alla seconda edizione, e sulla targa che ne intitola lo stadio abbiamo voluto lo stemma della Fortitudo, a significare un legame che rimarrà scolpito nel tempo».

Don Andrea Simone, insieme ad alcuni amici di Mirco, si è molto prodigato per abbreviare questa intitolazione e ieri, intervenendo, ha puntualizzato che «lo sport, qualsiasi sport, richiede di essere bravi, buoni e giocare di squadra. Mirco era un bravo ragazzo e un bravo sportivo e per questo deve essere un punto di riferimento».

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Ci piace concludere con le commosse parole del nonno di Mirco Aghetoni, il signor Otello Paniccia, che ha parlato con il cuore a nome della famiglia. «Mirco ha iniziato a giocare da bambino, a 6 anni, come voi – ha esordito nonno Otello, rivolgendosi ai più piccoli – con il sorriso sulle labbra e la gioia di fare sport. Si è ammalato il giorno prima di compiere 18 anni e ha passato tutte le sofferenze possibili, ed è tornato a calciare ancora. Ma la volontà di Dio era un’altra. E l’ha voluto accanto a sé in paradiso. Grazie Mirco per la gioia che ci hai dato». Quindi rivolgendosi ancora ai bambini: «Giocate e divertitevi». E ai genitori: «Divertitevi con i bambini».

Al termine della cerimonia, il Prefetto è stato accompagnato dal sindaco Sagramola, dall’assessore Pallucca e da Spuri della Fortitudo a visionare lo stadio gremito di atleti e calciatori in allenamento.

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