Fabriano

Sostegno alle imprese di Fabriano, la Cna chiede interventi al Comune

Presto un summit dedicato nel quale l'associazione di categoria proporrà l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione per aiutare gli imprenditori locali

Maurizio Romagnoli
Maurizio Romagnoli

FABRIANO – Presto un incontro fra la Cna e l’amministrazione comunale di Fabriano per parlare di sostegni urgenti da destinare agli imprenditori cittadini. «L’intento è quello di sbloccare parte del capitolo di avanzo di amministrazione tramutandolo in contributi per le aziende fabrianesi provate pesantemente dalla grave crisi pandemica in atto», dichiara il presidente della sezione cittadina dell’associazione di categoria Maurizio Romagnoli.

«Occorre stanziare al più presto fondi e finanziamenti alle imprese del nostro territorio, al tempo stesso non si può prescindere da una diminuzione del peso dei contributi locali, penso in particolare alla Tari. Le risorse disponibili ci sono, il tessuto imprenditoriale fabrianese ha sostenuto sacrifici enormi dall’inizio della pandemia, le Istituzioni devono ora passare dalle parole i fatti, c’è un grandissimo bisogno di fiducia reciproca in questo particolare momento storico», le parole determinate di Romagnoli.

Una necessità impellente che segue il varo del Decreto Sostegni che, secondo uno studio della Cna nazionale, evidenzia diverse criticità. La Confederazione stima che, con l’attuale soglia del 30%, i ristori andranno a meno di quattro imprese su dieci con perdita di ricavi e, coloro che hanno riscontrato un calo di fatturato pari o inferiori al 29%, non avranno diritto ad alcun contributo.

A tutto ciò «si aggiunge il fatto che è fermo al palo il ricorso al credito delle attività locali, la cui flessione registrata del 2020 al cospetto di un mercato, soprattutto interno, decisamente asfittico sta mettendo in forte tensione la liquidità corrente delle nostre aziende – dice il presidente della sezione di Fabriano della Cna, Maurizio Romagnoli -. Resta critico anche il contesto occupazionale di Fabriano, con una sostanziale stagnazione degli occupati, come noto “drogata” dal blocco dei licenziamenti, che entro fine anno potrebbero presentare il conto, la cui portata potrebbe essere particolarmente pesante proprio per l’area montana. Non va meglio il dato relativo al saldo tra le nuove aperture e le chiusure, che segue l’infausto trend di contrazione provinciale, andando a intaccare anche i settori di punta della zona, come la produzione e l’artigianato dei servizi». 

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