Fabriano

Sciopero generale, temi nazionali e locali nella manifestazione provinciale a Fabriano

Un buon numero di tute blu ha preso parte allo manifestazione svoltasi in piazza del Comune. Presente anche il sindaco Daniela Ghergo

Un momento della manifestazione

FABRIANO – Temi nazionali, ma anche locali negli interventi previsti durante la manifestazione provinciale indetta da Cgil e Uil contro la legge di stabilità e svoltasi a Fabriano. «La decisione delle Segreterie Confederali di svolgere la manifestazione dello sciopero generale nel territorio di Fabriano, è emblematica della condizione che si sta vivendo nell’area montana, dove oggi più che mai si rischiano ulteriori processi di desertificazione industriale, di perdita di posti di lavoro, a causa dell’impressionante crisi che colpisce il settore dell’Elettrodomestico. La mancanza di prospettiva industriale, di sbagliato utilizzo delle risorse a disposizione del Governo, non aiutano in alcuna maniera a risolvere le vertenze in corso sul territorio, in primis Whirlpool» hanno detto le parti sociali spiegando il perché si è scelta la città della carta quale sede per la provincia di Ancona.

Legge di Stabilità

I sindacati, davanti a una nutrita schiera di tute blu, hanno nuovamente chiesto al Governo interventi seri per restituire potere di acquisto alla famiglie, per tutelare le aziende che rischiano di non reggere questa situazione e di salvaguardare i posti di lavoro, di farsi carico delle crisi industriali per evitare che territori come quelli di Fabriano restino abbandonati e le persone lasciate sole, mentre si persegue la logiche di rispondere alle esigenze di pochi e non a quelli di tutto il Paese. Duro l’intervento di Claudia Mazzucchelli, segretaria generale Uil Marche. «Protestiamo contro una Finanziaria inadeguata che non dà risposte al mondo del lavoro, ai pensionati, ai giovani. Abbiamo fatto delle proposte, non siamo stati ascoltati. Con l’inflazione al 10% e il caro energia fuori controllo, per noi 2/3 della manovra dovevano essere dedicati a lavoratori dipendenti e pensionati. Nelle Marche rappresentano il 90% dei contribuenti. La mancata rivalutazione delle pensioni, un peggioramento di Opzione Donna, la reintroduzione dei voucher fino a 10mila euro, di fatto negando ai lavoratori i diritti contrattuali, specialmente in settori delicati come l’agricoltura o la ristorazione, determineranno un aumento della povertà e del caporalato. Siamo convinti – ha concluso Mazzucchelli – si possano fare scelte diverse rispetto a condono, flat tax o al depotenziamento della tassa sugli extra profitti che ridurrà la platea delle aziende a cui si applica, con conseguente riduzione del gettito da 12 miliardi previsti dal precedente governo a 2,2, miliardi».

Daniela Ghergo e Pierpaolo Pullini

I problemi di Fabriano

Passando ai temi più strettamente locali, ad alzare i toni Pierpaolo Pullini, Fiom. «Se non si faranno i giusti interventi a Fabriano c’è il rischio di dover proclamare lo stato di calamità industriale. Per questo i temi nazionali si integrano con quelli locali. Occorre, dunque, intensificare la lotta all’evasione, tutelare i posti di lavoro ed avviare una politica che permetta il taglio della tassazione in busta paga per permettere ai lavoratori di fare quelle spese che stanno da tempo rimandando». Presente anche il sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo. «La scelta di tenere a Fabriano la manifestazione provinciale rappresenta un forte segnale di attenzione nei confronti della nostra realtà, come dimostra la grande affluenza di lavoratori che ha riempito piazza del Comune. Fabriano rappresenta l’emblema dei territori in crisi che non devono essere abbandonati dalle politiche governative. Soprattutto nelle aree interne e montane la desertificazione industriale deve essere affrontata e combattuta con strumenti idonei, per evitare che la mancanza di rispose adeguate si traduca in perdita di nuovi posti di lavoro, aggravando la precarietà di un intero territorio. Ci aspettiamo – conclude – che il Governo ci fornisca attenzione e strumenti concreti perché il nostro territorio non può più permettersi di affrontare nuove crisi industriali che rappresenterebbero una ferita insanabile per il nostro tessuto produttivo, economico e sociale».

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