Fabriano

Ospedale di Fabriano: la Regione cerca pediatri, ma nel frattempo non c’è più il reparto. Gli strali della Cisl

La sanità in città continua a essere al centro del dibattito. Ad intervenire l'organizzazione sindacale: «Nessun piano di riorganizzazione è stato presentato ai sindacati, nessuna visione sanitaria o socio-sanitaria da proporre alla popolazione. È fondamentale che si apra una fase di confronto aperto tra Regione, Istituzioni e soggetti sociali ed economici del territorio»

Ospedale di Fabriano

FABRIANO – La Regione Marche ha bandito un concorso per dieci pediatri e, si spera, qualcuno da destinare all’ospedale Engles Profili di Fabriano. Anche se, considerato che da ieri, 18 marzo, la Pediatria, da unità operativa, si è trasformata in un’attività ambulatoriale, difficilmente il presidio ospedaliero cittadino sarà in cima alla lista dei desideri dei pediatri. Nel frattempo, duro affondo da parte della Cisl Marche e Fabriano.

La sanità in città continua a essere al centro del dibattito. A intervenire è la Regione. «La Regione Marche ogni giorno cerca disponibilità per le pediatrie e i pronto soccorso di tutta la Regione. Sono note le carenze di pediatri sia a livello regionale che nazionale e per far fronte a questa criticità è stato bandito l’ennesimo concorso per pediatri a tempo indeterminato compreso di medici in formazione per 10 professionisti. Il 19 aprile è previsto lo svolgimento del colloquio per pediatri già specializzati da poter inserire subito. Nell’attesa della riorganizzazione per garantire la sicurezza dei piccoli pazienti e del personale verrà assicurata l’attività diurna ambulatoriale. Qualora sia necessario il ricovero, i pazienti verranno trasferiti presso le altre pediatrie dell’Area Vasta 2. La Regione ha messo in piedi tutti i percorsi e azioni possibili, ogni strumentalizzazione può creare solo allarmismo inutile nella parte più sensibile della popolazione, genitori e bambini», la nota diffusa oggi.

Resta il fatto che il de-potenziamento prosegue, secondo la Cisl e non solo. «Inaccettabile il taglio continuo alla sanità fabrianese. Si era cominciato con il ritardo nel restituire agibilità a molte aree dell’ospedale di Fabriano colpite dal sisma, poi si è continuato con la vicenda del Punto nascita, ora chiuso, e adesso si procede a ridurre al lumicino la Pediatria, fino a dove arriverà il ridimensionamento dell’ospedale di Fabriano? Come Cisl-Fp e Cisl confederale di Fabriano riteniamo che vi siano gravi lacune nel processo di riduzione dei servizi offerti dal nosocomio fabrianese».

In primo luogo, «Tutti questi interventi stanno avvenendo senza il minimo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, anche se implicano non solo l’erogazione dei servizi, ma anche la collocazione lavorativa di molti operatori. Vi è poi una evidente mancanza di visione politica in quanto sta avvenendo: a fronte delle riduzioni attuate, quali servizi si propongono a un territorio interno e montuoso su cui gravano specifici problemi sanitari, infrastrutturali e sociali? Nessun piano di riorganizzazione è stato presentato ai sindacati, nessuna visione sanitaria o socio-sanitaria da proporre alla popolazione. Avevamo chiesto che la Regione Marche sviluppasse un sistema di servizi sanitari specifico delle aree interne e della montagna, al fine di prevedere una risposta completa di tutti i servizi sanitari per questi cittadini anche attraverso accordi o convenzioni che uscissero dai confini regionali ma non abbiamo visto nulla di tutto ciò».

Quanto sta accadendo a Fabriano «è gravissimo, si tenta di far passare senza clamore il progressivo smantellamento di una struttura che, con circa 150 posti letto, assiste una popolazione di quasi 50 mila persone su 540 km quadrati di territorio. È fondamentale che si apra una fase di confronto aperto tra Regione, Istituzioni e soggetti sociali ed economici del territorio che riporti l’attenzione sulla sanità fabrianese e che si inserisca nella vertenza sanità che le organizzazioni sindacali, a livello unitario, stanno aprendo in queste ore nei confronti della Regione», concludono.

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