Fabriano

Roberto Sorci analizza il voto elettorale

Chiamato in causa come potenziale complottista per la sconfitta di Giovanni Balducci, l'ex primo cittadino attacca i vertici del Pd locale e risponde per le rime a tutti i "politologi" su Facebook

Roberto Sorci

FABRIANO – Nessun complotto, ma piuttosto una serie di cause oggettive, ma anche alcuni errori. L’ex sindaco di Fabriano, Roberto Sorci propone l’analisi del voto comunale che ha portato sulla poltrona di primo cittadino, il pentastellato Gabriele Santarelli, con tanto di grafici e analisi.

Una sua versione dei fatti, dopo che alcuni fabrianesi su più post di Facebook avevano paventato la possibilità di una «vendetta a freddo» del trio Roberto Sorci, Gian Mario Spacca e Francesco Merloni, nei confronti del Pd e della vittoria di Luca Ceriscioli nelle elezioni regionali del 2010.

«Fa molto piacere che i “politici locali” mi ritengano così importante e in grado di convincere e indirizzare oltre 3.500 persone a votare chi direi io e altri amici. E che sarei in grado, addirittura, di convincere 1.700 persone a non andare a votare. Siamo veramente di fronte ad una bufala di dimensioni colossali. Come avremmo fatto è un mistero, ma soprattutto è offensivo nei confronti degli elettori che si sarebbero fatti convincere a non esercitare un diritto costituzionale», attacca l’ex primo cittadino -. Parliamo seriamente, premesso che le elezioni comunali sono una “partita” tutta diversa da qualsiasi competizione elettorale, specie nelle piccole realtà come le nostra, dove ci si conosce tutti e i riferimenti nazionali contano veramente poco, mentre conta il rapporto personale e la conoscenza degli individui. Vorrei utilizzare un’espressione forte: il voto è sempre un “voto di scambio”, ma non come lo immaginano i “finti savonarola”! La gente ti vota perché ti conosce, sa che ti può guardare dritto negli occhi e sa, che se un domani ha necessità di farsi ascoltare per un suo problema, sa dove venirti a trovare. Questo è il concetto di “voto di scambio”, il resto sono solo sofismi da pseudo intellettuali».

La verità, continua l’ex sindaco, è che il Pd fabrianese in questa campagna elettorale, «ha fatto una “marea di sciocchezze” e se ci avesse studiato per farle, non sarebbero riusciti a metterne insieme tante. Questo ha portato purtroppo alla sconfitta di Giovanni Balducci, non le sciocchezze mandate in giro ad arte sul voto». E Sorci elenca le sue osservazioni, partendo dal fardello rappresentato dalla Giunta guidata da Giancarlo Sagramola.

«È vero che Balducci è partito con sulle spalle il peso “dell’antipatia” dell’Amministrazione Sagramola, ma la gestione dell’esclusione di Sagramola e il suo successivo non utilizzo durante la campagna elettorale da parte del Pd, è stata una sciocchezza stratosferica – spiega ancora Sorci -. E non solo dopo aver fatto questo errore, lo hanno richiamato in maniera negativa in più occasioni, il video pubblicitario del vicesegretario del Pd sul giardino è stata una iniziativa che non trovo parole per definirla. Sagramola avrà tanti difetti come tutti noi, ma è uno che sa cosa vuol dire “campagna elettorale” e lasciarlo non impegnato è stato devastante».

Quindi, la questione della campagna elettorale in senso stretto: «Il Pd ha svolto una campagna elettorale di totale “rimessa” si direbbe in termini calcistici. Totalmente priva di cuore ed entusiasmo, che ha reso impossibile mitigare “l’antipatia” della precedente Amministrazione. Dicevo ad alcuni amici durante il periodo elettorale, che era una campagna fatta da “giovani già vecchi” privi dell’effervescenza dell’età e del sorriso. Le riunione politiche di “alto livello” (vedi Ceriscioli e Ricci sindaco di Pesaro), fatte al chiuso e mirate a poche selezionate persone, sono state un altro capolavoro di stupidità politica, e questo solo per la paura di essere contestati. A ciò si aggiunge il fatto di non aver schierato tutti i “comizi” nella prima fase della competizione, dando luogo nell’immaginario collettivo, all’idea dell’abbandono da parte dei vertici Pd».

Mentre gli è stata contrapposta da parte del Movimento 5 Stelle, «una campagna elettorale aperta, anche con un “sacco di sciocchezze”, allegra e “giovanile”. Dove hanno mostrato agli elettori la differenza: tra un vicepresidente della Camera, che va in giro per Fabriano, stringe la mano a chiunque incontra (anche strumentalmente e questo a parte del gioco), si mette a disposizione per un selfie con chi vuole. Trascorre poi la serata a cena nelle osterie in mezzo alla gente, fa la fila come tutti, interpretando il ruolo del politico tra la gente ma soprattutto vicino alla gente. E il Pd che porta il Presidente della Regione, dopo che uno dei candidati a sindaco ha fatto tutta la sua campagna elettorale su un solo tema – l’ospedale – e lo chiude in una stanza come se fosse una riunione “massonica”, lontano dalla gente per parlare a pochi selezionati invitati. Questo è stato l’errore più grossolano e tragico della campagna elettorale, dando l’idea di una classe politica del Pd fabrianese, chiusa arrogante e arroccata alla gestione del potere e fuori dal contesto dei cittadini. Ricordando alla gente la famosa frase del Marchese del Grillo: io sono io…».

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Altro errore, sempre secondo Sorci, l’autosufficienza politica al secondo turno: «Dalla storia fabrianese non hanno imparato nulla, anche se questa volta, per sincerità era un po’ più difficile che nel passato. Perché questa volta tra la sinistra di Arteconi e il Pd esistevano, non solo le “antipatie personali” – quelle esistono sempre – ma anche soprattutto uno scontro generazionale tra i “giovanotti“ di entrambi gli schieramenti, che guardavano alla loro supremazia politica per il futuro. Di certo i giovani esponenti del PD, non hanno fatto nulla per smussarle, anzi credendo di aver la vittoria in tasca, già pensavano ai nuovi assetti amministrativi, scatenando il non voto verso Balducci dei loro coetanei politici. La loro autosufficienza renziana era evidente, basti pensare che gli “sherpa” grillini, lunedì 12 giugno, intorno alle 18, erano già al lavoro nella piazza di Fabriano con gli “sherpa” di Arteconi, mentre il Pd si girava i pollici in una pseudo riunione dei responsabili delle liste». Senza considerare, poi, «i veti imposti dal Pd sulle persone».

Ultimo «“fantozziano” errore, non sono riusciti a mandare il classico invito al voto a tutte le famiglie perché si sono sbagliati a contare il numero dei capofamiglia e non di poco, per cui solo una parte sono stati sensibilizzati, mentre il candidato 5 stelle giustamente ci ha inondati di pubblicità elettorale».

Dunque, non è Sorci, Spacca, Merloni ad aver fatto vincere il M5S a Fabriano, «ma i cittadini grazie alla totale incapacità del Pd locale, che non essendo in grado di proporre un modello sociale “attrattivo” per i cittadini di Fabriano, che non vuol dire solo idee, ma un modo di rapportarsi quotidianamente con i cittadini, hanno portato Balducci a deragliare. Nell’analisi del voto riportata nei grafici, si vede chiaramente che il voto del secondo turno è espressione chiarissima della somma di voti di tre partiti della cosiddetta “destra” (con qualche esclusione che ho evidenziato) e della “sinistra” di Arteconi che hanno fatto confluire i voti su Santarelli. Tutti immaginavano uno scenario del genere, Torino insegna, ma la presunzione e la totale incapacità politica del Pd locale ha fatto sì, che questo avvenisse. Altro che Sorci & amici, sanno tutti che io ho votato Balducci e ora lo dico chiaramente, se avesse ascoltato i miei consigli da amico e di qualche altro, invece di eseguire i dettati della direzione Pd, oggi molto probabilmente il risultato sarebbe stato diverso. Ma oramai purtroppo è storia».

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