Fabriano

Rischio chiusura per la Residenza Amministrativa di Fabriano, l’allarme lanciato dal Sindaco

Le preoccupazioni che l’Amministrazione nutre per il futuro della Residenza Amministrativa, che attualmente conta su 24 macchinisti e 20 capotreni, per un possibile spostamento dell'attività di produzione con accentramento nella sede di Ancona

Atrio della stazione ferroviaria di Fabriano
Atrio della stazione ferroviaria di Fabriano

FABRIANO – Rischio chiusura per la Residenza Amministrativa di Fabriano. A lanciare l’allarme è direttamente il sindaco, Gabriele Santarelli, che chiede un supporto dalle sigle sindacali, comparto trasporto, ferroviario in particolare.

A giugno, come tradizione, Trenitalia rivedrà l’orario dei treni, il cosiddetto periodo estivo che, in realtà, perdurerà fino a fine anno. Ebbene, potrebbero esserci delle ulteriori amare sorprese per Fabriano. «In vista della prossima modifica degli orari dei treni che avverrà nel mese di giugno ho inviato una richiesta di incontro al Direttore del Trasporto Regionale Fausto Del Rosso. Non nascondo, infatti, le preoccupazioni che l’Amministrazione nutre per il futuro della Residenza Amministrativa di Fabriano, che attualmente conta su 24 macchinisti e 20 capotreni, per un possibile spostamento dell’attività di produzione con accentramento nella sede di Ancona o per l’eventualità di una prossima chiusura per carenza di personale dovuto a cessazioni per anzianità della forza lavoro attualmente presente», scrive il primo cittadino sull’ormai consueto post su Facebook – divenuto organo ufficiale dell’Amministrazione pentastellata cittadina – pagina personale e di personaggio pubblico.

«Il rischio, quindi, non è solo quello di un declassamento in turno di zona, ma la chiusura vera e propria della sede fabrianese. In altre realtà di Regioni diverse, è il caso a esempio degli impianti di Terni e di Siena, si sta intervenendo con un piano di assunzioni in grado di gestire il turnover e salvaguardando, comunque, l’operatività delle sedi», evidenzia Santarelli.

In questa partita un ruolo fondamentale lo potrebbero avere le sigle sindacali «che hanno l’ultima parola sull’eventuale decisione di trasferire il personale nella sede di Ancona, per questo è mia intenzione chiedere un incontro anche con i rispettivi rappresentanti. Già a fine 2017 si era paventata la possibilità di un trasferimento di parte del personale, poi non concretizzata, e con questi incontri vorrei che si riuscisse a dare delle garanzie ai lavoratori e alle loro famiglie, circa la possibilità di potersi stabilizzare e fare progetti a lungo termine nella nostra città. Tutti aspetti che, nell’indeterminatezza di una situazione che si va ad aggiornare ogni semestre in vista del cambio degli orari, non sono attualmente possibili».

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