Fabriano

Quadrilatero: lettera al premier Conte ancora senza risposta

È l'ennesima iniziativa del comitato "Indecente 76" per denunciare i ritardi dei lavori sul tratto compreso tra Fabriano e Serra San Quirico, in direzione Ancona. Si tratta di 13 km. Dovevano essere terminati entro il mese di aprile di quest'anno

Il Presidente Conte e il Ministro Toninelli in visita ai cantieri del Quadrilatero Marche-Umbria

FABRIANO – Una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e per conoscenza al ministro alle Infrastrutture, Paola De Micheli, per denunciare, ancora una volta, i ritardi nell’esecuzione dei lavori del progetto Quadrilatero. Un piano, quello del maxi lotto n. 2 che prevede il raddoppio della SS 76, tratto Fabriano-Serra San Quirico, e la realizzazione della Pedemontana delle Marche, Fabriano-Muccia. Questa l’ultima idea avuta dal comitato Indecente 76, presieduto da Paolo Paladini, protagonista nel dicembre scorso dell’organizzazione del serpentone rallentato nel tratto interessato dai lavori, ottenendo una discreta visibilità.

Bene, questa missiva, spedita nei primi giorni dell’anno nuovo, «è ancora senza risposta», denuncia Paladini. «I lavori stanno continuando con enorme ritardo. Mentre il tratto umbro, tra Fabriano e Perugia, è praticamente completato, il tratto compreso tra Fabriano e Serra San Quirico, in direzione Ancona, di appena 13 km, non si riesce a completare, mettendo seriamente a rischio le attività economiche di un territorio già colpito, a distanza di venti anni, da due eventi sismici di grande rilevanza e da una crisi economica decennale che sta mettendo in ginocchio un distretto economico, fino a pochi anni fa, tra i più produttivi del Paese», ricorda il comitato nella lettera indirizzata al Premier.

«Ci rivolgiamo a Lei, che riteniamo essere persona di grande serietà, sobrietà e competenza, per chiederle come sia stato possibile “sbandierare” ai quattro venti, a favore di telecamere e taccuini, la fine dei lavori, categoricamente, nel tratto in oggetto, entro “aprile 2020” quando tutti i presenti, tecnici e non, sapevano già che l’impegno da Lei solennemente assunto non sarebbe stato onorato?

Ora, puntualmente, i più recenti comunicati Anas parlano di lavori slittati di “almeno quattro mesi”. Parlano anche, letteralmente, di “circa 200 operai attualmente al lavoro”. Del tutto invisibili, però. Lo sapevamo noi, che non siamo tecnici, ma che seguiamo e “sopportiamo” i lavori da un decennio abbondante. Ma la cosa molto più grave, mi sia consentito rilevarlo, è che dovevano per forza saperlo i “tecnici” che l’hanno indotta a indicare quella data di fine lavori del tutto prematura e improbabile. Le garantisco, signor Presidente, che non stiamo “cavillando” su pochi mesi. Aprile od ottobre 2020, cambierebbe poco: sono anni che attendiamo di uscire da un isolamento territoriale drammatico. La cosa che riteniamo grave, ribadisco, è il comportamento dei tecnici che l’hanno indotta ad assumere un simile impegno, illudendo un intero territorio e sottoponendo il Presidente del Consiglio di questa Repubblica a una pessima figura. Perché, alla fin fine, è Lei, signor Presidente, che ci mette – come si suol dire – la faccia».

Dal comitato Indecente 76 si ricorda il diniego dei vertici di Anas di partecipare a un incontro pubblico che si voleva organizzare a Fabriano, dopo aver formalmente dichiarato la loro disponibilità. E si lancia un appello. «Le chiediamo di adoperarsi per fornire non tanto a questo Comitato, che comunque rappresenta oltre trecento iscritti, ma ai cittadini e ai lavoratori del territorio interessato dai lavori, un crono-programma certo, realistico, verificabile sull’andamento dei cantieri». Lettera inviata il 7 gennaio scorso e ancora in attesa di una risposta.

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