Fabriano

Quadrilatero: dal pre-Cipe arriva l’ok, a fine mese, per lo sblocco dei finanziamenti

Il Cipe, probabilmente il 25, delibererà ufficialmente lo sblocco ai finanziamenti della Variante 6 e del terzo e quarto lotto della Pedemontana delle Marche nell’ambito del progetto Quadrilatero. Ma potrebbe essere tardi rispetto all'evoluzione della vertenza

I Lavori alla Quadrilatero fermi
I Lavori alla Quadrilatero fermi

FABRIANO – Il Cipe, probabilmente il 25, delibererà ufficialmente lo sblocco ai finanziamenti della Variante 6 e del terzo e quarto lotto della Pedemontana delle Marche nell’ambito del progetto Quadrilatero. Questo quanto scaturito dalla riunione odierna del pre-Cipe svoltasi a Roma questa mattina, 11 ottobre. La tempistica, però, non fa dormire sonni tranquilli a nessuno.

Prima la buona futura notizia. «La riunione tecnica pre-Cipe ha sciolto qualsiasi problema sui lavori sulla SS76 e sui lotti 3 e 4 della Pedemontana. A fine mese ci sarà il via libera dal Cipe con il varo della delibera. Ora Astaldi non ha più scuse, i lavori possono andare avanti». Così Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, sulle conclusioni della riunione romana.

La deputata di Fabriano del Movimento 5 Stelle non si lascia sfuggire l’occasione per un attacco politico. «Finora ho ascoltato molti attacchi sterili – specifica – spesso privi di fondamento sul ruolo del governo in questa vicenda, quando il fulcro di ogni problema è la crisi di un’azienda privata che ora con il concordato si cerca di risolvere. Noi badiamo ai fatti e a risolvere problemi, e questo per il territorio appenninico indubbiamente lo è. Ereditiamo dal passato gestioni pessime sulle infrastrutture italiane e, come detto, anche improvvide scelte di Astaldi fatte fuori dal paese che hanno generato una crisi aziendale che rischiava di trascinare nel baratro anche tante imprese sane coinvolte nei subappalti. Chiaramente, considerata la situazione, rimarranno molte questioni da risolvere. Il Governo del Cambiamento però guarda alla sostanza difendendo gli interessi del territorio e dei cittadini per i provvedimenti di sua competenza, come nel caso del Cipe».

Nessun accenno, però, riguardo alla tempistica. Infatti, lo sblocco dei finanziamenti a fine mese, per la Variante 6 per i lavori di completamento del raddoppio della SS. 76, 9 milioni circa, e quelli per il terzo e quarto lotto della Pedemontana delle Marche, circa 100 milioni di euro, è certamente un tassello molto importante, ma che rischia di non essere risolutivo.

Il 17 ottobre, la Astaldi si incontrerà – in Regione – con i rappresentanti dei sindacati di categoria. Se non si arriverà a un accordo, il licenziamento per 49 dipendenti potrebbe diventare solo una questione di poche settimane. E perché se i fondi saranno erogati? La risposta a questa domanda è da ricercarsi proprio nel fatto che fino a fine mese non si avrà la certezza ufficiale dell’approvazione dei due atti. E poi, considerando i tempi burocratici, materialmente queste somme di denaro arriveranno: per la Variante 6, quasi subito. Per i due lotti della Pedemontana, invece, occorrerà attendere il progetto esecutivo, dunque, almeno un anno, abbondante. Dunque, nominalmente la situazione del progetto Quadrilatero si è sbloccata. Ma potrebbe essere troppo tardi.

Soprattutto se si aggiunge un ulteriore particolare. Vale a dire, la richiesta di concordato “con riserva”, propedeutico al concordato “in continuità aziendale”, che la stessa Astaldi ha presentato innanzi il Tribunale di Roma. Occorre capire, quali saranno le conseguenze anche sui lavori del progetto Quadrilatero. Si dovrà attendere la nomina di un commissario? La presentazione del piano, come la procedura attivata prevede? Per la situazione dei sub-appaltatori che vantano numerosi crediti nei confronti di Astaldi, che accadrà?

Sono tutti interrogativi che rischiano di oscurare la buona notizia scaturita dal pre-Cipe. Infatti, se tutto ciò fosse avvenuto nei primi giorni dello scorso agosto o anche di settembre, forse oggi si sarebbe potuto solo esultare. Mentre, invece, le preoccupazioni – nei fatti – rimangono inalterate per il rischio incompiuta e occupazionale, diretto e indiretto.

 

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