Fabriano

La querelle sul coworking di Fabriano potrebbe avere una coda giudiziaria

Botta e risposta fra il sindaco, Gabriele Santarelli, e il segretario del Partito Democratico, Francesco Ducoli. Dall'affaire politico, però, si rischia di arrivare al Tribunale per via della risposta del primo cittadino e della controreplica del segretario Democrat

FABRIANO – Coworking di Fabriano, botta e risposta fra il sindaco, Gabriele Santarelli, e il segretario del Partito Democratico, Francesco Ducoli. La querelle da politica potrebbe anche avere uno strascico giudiziario.

Prima la nota a firma congiunta di Ducoli e dell’esponente di Fabriano Progressista, Andrea Giombi, sul fatto che lo spazio a Le Conce fosse di fatto inutilizzato dal giorno della sua inaugurazione, ottobre 2018, o poco dopo. Il tutto corredato da numerose foto.

E proprio su queste foto che si è concentrata la replica del primo cittadino di Fabriano che ha paventato una sorta di violazione da parte dei due esponenti politici per scattare le foto. «Visioneremo i sistemi di videosorveglianza presenti per capire chi ha scattato le foto quasi come fossero dei ladri», la frase di Santarelli. Che, poi, entrando nel merito della questione, ha spiegato la vicenda. «Abbiamo formato il personale tramite un bando vinto, le borse lavoro di Face the wok. Al termine di questo iter abbiamo chiesto se ci fosse disposto qualcuno a proseguire la collaborazione gestendo Fhub. L’iter, anche per lungaggini burocratiche dovute agli uffici comunali che ci hanno consigliato altre strade, è andato per le lunghe. Ora, però, siamo quasi pronti a un avviso o un bando pubblico per far funzionare a pieno regime il nostro coworking».

In attesa dell’interpellanza, la vicenda poteva dirsi conclusa. E invece si è inasprita. Proprio per la questione legata alle foto scattate. «Mercoledì 3 Luglio mi sono recato, insieme al consigliere Giombi, presso l’entrata del coworking. Abbiamo suonato al campanello – nessuna risposta. Abbiamo allora suonato al campanello della Scuola degli antichi mestieri. Ci hanno risposto che al coworking non si vedeva nessuno da diverso tempo. Abbiamo chiesto se fosse possibile entrare, ci hanno detto di no. Abbiamo ringraziato e salutato e ce ne siamo andati. Non posso in alcun modo tollerare che qualcuno mi dia del ladro o affermi falsità nei miei confronti. Per questi motivi, chiedo formalmente al sindaco, dopo essersi scusato con la città per lo stato di inaccettabile degrado in cui versa il nostro Coworking, di smentire e scusarsi per le sue affermazioni nei miei confronti, che esulano da una normale dialettica politica e risultano del tutto false e diffamanti. Qualora ciò non avvenga mi troverò costretto, e vorrei sinceramente evitarlo, a denunciare quanto avvenuto nelle opportune sedi, per tutelare la mia reputazione ed onorabilità, fuori da qualsivoglia scontro politico», le parole di Ducoli.

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