Fabriano

Parco Gola della Rossa e di Frasassi: Santarelli replica al Pd

«Da parte mia rimane comunque la consapevolezza della bontà del lavoro che stiamo svolgendo e, se necessario, mi metterò in disparte a osservare il percorso che porterà il Pd a schiantarsi inesorabilmente e fragorosamente contro un muro», le parole del sindaco di Fabriano

Gabriele Santarelli con la fascia tricolore
Gabriele Santarelli

FABRIANO – «Da parte mia rimane comunque la consapevolezza della bontà del lavoro che stiamo svolgendo e, se necessario, mi metterò in disparte a osservare il percorso che porterà il Pd a schiantarsi inesorabilmente e fragorosamente contro un muro». Si conclude con questa immagine la lunga risposta che il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, all’altrettanto lunga presa di posizione del Pd della zona montana, in merito alla futura governance del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi.

«In questa partita il PD, capeggiato dall’ex Presidente ed ex Commissario del Parco medesimo, Fabrizio Giuliani, si sta arrogando il ruolo di decisore unico e unico detentore delle sorti del territorio. Il tutto viene condotto contro le volontà dei sindaci, almeno in parte, della comunità e delle associazioni ambientaliste che, in pieno stile PD, vengono trattate come elemento di fastidio. Hanno perso del tutto il contatto con la realtà e con il sentire comune dei cittadini. A forza di riunirsi tra di loro per discutere a porte chiuse del futuro del territorio secondo PD, hanno perso il polso della situazione. Non si spiega altrimenti come possano affermare che nel tempo si è lavorato per far radicare il Parco nel territorio. Vadano a chiedere ai cittadini che abitano all’interno del territorio del Parco cosa ne pensano», prosegue Santarelli che ha anche la delega al Parco stesso nell’ambito dell’Unione montana.

«Nei loro comunicati si fanno portavoce del malessere dei sindaci di Arcevia e Genga senza che gli stessi si siano mai espressi pubblicamente in proposito. Nel farlo, oltretutto, denunciano il malfunzionamento degli organi preposti alla promozione della partecipazione di tutti i sindaci dei comuni del Parco dimenticando, o credendo di farlo dimenticare, che tali organi fino a qualche mese fa erano malgestiti proprio da esponenti del Pd, una sorta di autodenuncia di inefficienza involontaria. Arrivano perfino a puntare il dito sulla scelta del Presidente dell’Unione Montana che, una volta tanto, non è espressione del loro partito, e non più nemmeno espressione del comune di Fabriano che qualcuno vorrebbe capofila di qualsiasi cosa a prescindere, come se fosse atto dovuto. Sono stati due i fattori che hanno scatenato questa volontà di cambiare le carte in tavola: le elezioni perse a Fabriano e la nomina del sindaco di Sassoferrato come Presidente dell’Unione Montana e contestuale perdita di rappresentanza all’interno della Giunta dell’Ente», la stoccata di Santarelli.

In questi pochi mesi «ho capito quanto sia importante la guida politica dell’Ente e quanto le azioni che vengono intraprese dipendano principalmente dalla volontà di chi amministra. Io credo fermamente che ci sia un modo diverso di gestire le risorse e i rapporti con il territorio. La strada intrapresa di valorizzazione dei prodotti del territorio e delle piccole realtà produttive sta avendo successo e viene apprezzata, così come sta funzionando il tentativo di esportare il nome dell’area protetta fuori territorio attraverso la produzione e la vendita di prodotti con il simbolo del Parco. Chi si relaziona con l’Ente percepisce un entusiasmo diverso e una progettualità inedita».

Sulla ventilata ipotesi dell’uscita di Fabriano dall’Unione montana, Santarelli ricorda «che è piena facoltà del consiglio comunale decidere se rimanere o meno all’interno e che, in passato, la permanenza all’interno di questo Ente fu decisa a maggioranza dalla coalizione guidata dal Pd con le minoranze che uscirono dall’aula in forma di protesta per assenza di documentazione necessaria per poter prendere una decisione serena e consapevole e verso un percorso affrettato imposto dallo stesso Pd».

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