Fabriano

Parco Gola della Rossa e di Frasassi, fronte compatto del Pd montano

Torna a riaccendersi il dibattito attorno alla proposta di legge sul possibile nuovo CdA dell'Ente Parco. I Democrat non lesinano frecciate nei confronti delle Associazioni ambientaliste e del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli

Una veduta del Parco Gola della Rossa e di Frasassi

FABRIANO – Il Partito Democratico della zona montana sostiene con forza e convinzione l’iniziativa legislativa assunta dal proprio Gruppo consiliare Regionale con la Proposta di Legge n°167 relativa alla regolarizzazione della governance per il Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. Non mancano le frecciate in direzione del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, e dell’associazioni ambientaliste che hanno molto criticato questa possibile nuova Legge.

Dopo aver ricordato l’impegno profuso per l’istituzione 20 anni fa del Parco, anche per il suo radicamento e la sua crescita, «la proposta di legge di cui si discute può tutt’al più essere considerata “tardiva” in quanto va a sanare una illegittimità già denunciata da anni (almeno dalla fine del 2014) dal Sindaco di Arcevia e dal Commissario straordinario della Comunità Montana Esino Frasassi», si legge nella nota a firma dei circoli e/o sezioni del Pd di Fabriano, Cerreto D’Esi, Sassoferrato, Genga, Serra San Quirico, di Arcevia e dal Coordinatore della Zona Montana, Fabrizio Giuliani.

I Democrati ricordano che dal 1° gennaio 2015, con la costituzione della Unione Montana dell’Esino Frasassi – tra i 4 comuni di Fabriano, Cerreto d’Esi, Serra San Quirico e Sassoferrato – «i Comuni di Genga e di Arcevia, che da soli rappresentano oltre il 50% del territorio del Parco, sono esclusi di fatto e di diritto dalla sua gestione e oggi il rappresentante legale del Parco è il Presidente dell’Unione Montana, Pesciarelli, sindaco di un Comune il cui territorio è fuori del Parco».

In pratica, dunque, con la Proposta di legge in discussione «non si chiede altro che l’applicazione della Legge regionale del 1994 con la costituzione di un Ente amministrato da un CdA, composto da 2 rappresentanti designati dai Comuni interessati, 1 delle Associazioni ambientaliste, 1 delle Associazioni agricole e 1 esperto nominato dal Consiglio Regionale.

«In questo modo il Parco, patrimonio di tutta la collettività, bene comune su cui tutti dobbiamo vigilare, sarà “amministrato dai territori”, con una vera rappresentanza delle comunità locali intese in tutte le sue componenti socio-economiche e culturali ivi compresa la importante e significativa novità della rappresentanza degli agricoltori e degli ambientalisti. A riguardo di quest’ultimi, le associazioni ambientaliste, ci spiace dover constatare che, dopo molti anni spesi a chiedere l’istituzione dell’Ente Parco, in un recente comunicato stampa sembra abbiano cambiato opinione con argomentazioni imbarazzanti per chi le ha firmate, forse fuorviati da forzature temporali che non hanno permesso gli approfondimenti necessari», proseguono dal Pd.

Il Pd assicura che ci sarà un normale percorso democratico e partecipato con incontri e confronti «che seguiremo con attenzione affinché non si continui con fake news che hanno il solo scopo di conservare uno status quo divenuto ormai illegittimo e non privo di interessi personali».

Infine, sulla ventilata ipotesi avanzata da Gabriele Santarelli che, in caso di approvazione della PdL, che ha dichiarato che si vedrà “costretto a decidere l’uscita del Comune di Fabriano dall’Unione Montana, decretandone lo scioglimento”, la stoccata finale.

«Si tratta di affermazioni ingiustificate e ingiustificabili: le Istituzioni non sono una cosa privata. Non si può parlare di potenziamento dell’Unione montana attraverso nuovi servizi da condividere, su cui siamo d’accordo, e poi subordinare l’esistenza stessa dell’Unione alla potestà diretta e personale sul Parco».

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