Fabriano

Parco Gola della Rossa e di Frasassi, il report sull’attività di controllo numerico selettivo

Facendo un confronto con il triennio 2014 -2016, si registra un aumento dell’efficienza di prelievo e l’ottimizzazione del servizio con la spesa per indennizzare i danni arrecati alle colture che ha toccato il minimo storico di € 6.176,15 nell’ultimo anno

Una famiglia di cinghiali

GENGA – Anche nel 2017, il Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi ha realizzato con successo le azioni di gestione del cinghiale. Tra queste, l’attività di “controllo numerico selettivo” è stata attuata da 88 operatori, appositamente formati e aggiornati dal Parco, ai sensi della Normativa vigente sulle aree protette.

In sintesi, sono state effettuate 99 giornate di controllo tra febbraio e dicembre: sono stati prelevati 373 esemplari, superando il Piano minimo previsto.

Facendo un confronto con il triennio 2014 -2016, si registra un aumento dell’efficienza di prelievo e l’ottimizzazione del servizio. La spesa per indennizzare i danni arrecati alle colture, è progressivamente in calo: le somme liquidate passano dai € 20.842,08 del 2014, ai € 16.660,69 nel 2015, fino ad € 6.555,91 nel 2016, per raggiungere il minimo storico di € 6.176,15 nell’ultimo anno.

Inoltre, dal 2010 è stato avviato un progetto di valorizzazione della carne di cinghiale, ottenuta dai prelievi selettivi nel Parco, che può essere acquistata da tutti i cittadini interessati (www.parcogolarossa/gestionefauna). Questo, ha permesso di incamerare delle risorse economiche utili a limitare i costi di gestione. In particolare nel 2016, i ricavi della vendita della carne di cinghiale hanno permesso di sostenere i costi relativi agli indennizzi dei danni alle colture causati dal cinghiale e quelli per la macellazione e smaltimento rifiuti. Per il 2017, i ricavi si aggirano intorno ai 21.000 euro.

«Nel corso degli anni, ci siamo impegnati per essere sempre più efficaci e per rispondere all’esigenza di tutelare, insieme alla natura e all’ambiente, anche le attività agricole che rappresentano un bene prezioso per le collettività residenti», le parole di Gabriele Santarelli, vicepresidente dell’Unione montana con delega al Parco.

«Ricordiamoci sempre che nel 2001 fu registrato il picco massimo per indennizzi in agricoltura, con oltre novantamila euro di esborso.  Il dato del 2017 – meno 93 per cento – insieme alla progressiva diminuzione di questa voce di spesa, osservata negli anni, evidenzia la bontà delle scelte effettuate. Si tratta certamente di un notevolissimo risultato, che non sarebbe stato possibile senza la collaborazione volontaria e competente dei nostri operatori di gestione. A tutti loro rivolgo un ringraziamento, in attesa della ripresa delle attività nel prossimo mese di febbraio».

Ti potrebbero interessare