Fabriano

Un murales per ripercorrere la storia e i personaggi di Fabriano

Il murale di Stella Bosini è collocato sui pannelli della recinzione ferroviaria in viale Aristide Merloni. All'inaugurazione presenti il promotore dell'iniziativa Sandro Tiberi, il sindaco Gabriele Santarelli e il rappresentante della Fondazione Aristide Merloni Francesco Fantini

Il momento dell'inaugurazione

FABRIANO – Inaugurato il murales di Stella Bosini sul muro lungo il viale della Stazione a Fabriano. In vari “quadri” ripercorsa la storia della città.
Ha spiegato Sandro Tiberi, promotore di questo dipinto di grandi dimensioni, realizzato dall’artista fabrianese Stella Bosini, collocato sui pannelli della recinzione ferroviaria in viale Aristide Merloni: «Il murales rappresenta un viaggio che inizia con un viandante per proseguire con elementi della storia della nostra città, il Giano Bifronte, Gentile da Fabriano, l’arte della ginnastica ritmica, la carta filigranata, riferimenti all’operosità lavorativa del nostro territorio, le operaie che escono dalle Cartiere Miliani, Aristide Merloni e figure di persone multietniche che nel viaggio arrivano a Fabriano».

Dunque, «un viaggio per la cui realizzazione è stato necessario utilizzare cinque tipi di pittura», ha sottolineato Tiberi al sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e al rappresentante della Fondazione Merloni Francesco Fantini.

L’artista Bosini da molti anni vive in Brasile, quest’anno è ritornata a Fabriano per alcuni mesi. «In questo frangente è stata contattata per la realizzazione di un murales in città. La sua disponibilità è stata immediata perché desiderava lasciare una sua opera nella sua città. Sentiti ringraziamenti – ha concluso Tiberi – innanzitutto vanno alla pittrice e altrettanti ringraziamenti vanno alla Rete Ferroviaria Italiana Direzione Operativa Territoriale di Ancona, per l’utilizzo delle pareti concesse con lungimiranza e attenzione alla bellezza dell’arte e condividendo il progetto per dare lustro, luce e colore ad anonimi pannelli in cemento armato».

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