Fabriano

Morte di Anna Tiberi, il racconto del fratello della giovane fabrianese

La ricostruzione sull'incidente mortale, da parte del fratello maggiore Giacomo, che ha portato al decesso della 25enne. Una tragica fatalità che ha sconvolto un'intera comunità

Anna Tiberi
Anna Tiberi

FABRIANO – Un incidente fatale, nessun mistero dietro alla morte di Anna Tiberi, la 25enne di Fabriano che si trovava in Cina per lavoro. Questo, almeno, quanto riferito dal consolato italiano a Shangai ai familiari della giovane. Una città sconvolta e unita nel dolore della famiglia Tiberi, il padre Pietro di 78 anni e la mamma Caterina 71enne. I due fratelli di Anna, il più grande Giacomo, 45enne assicuratore, sta predisponendo tutto il necessario per poter partire per la Cina. E raggiungere, Tommaso, 39enne che risiede a Dubai, e che tiene i contatti con le autorità asiatiche.

«Siamo profondamente addolorati. La nostra vita è stata sconvolta ieri, 5 novembre, intorno alle 13. Quando alla porta di casa dei miei genitori – racconta Giacomo – hanno bussato gli agenti di Polizia per comunicarci la tragica notizia».

Anna è morta, nella notte fra sabato e domenica, orario italiano. «Mia sorella era tornata a Wuxi a fine settembre. Era già stata in Cina per cinque mesi, per perfezionare la conoscenza della lingua: parlava correntemente inglese e mandarino. Il contratto da studente-lavoratore era terminato ad agosto. Quindi, il rientro in Italia. Dopo pochi giorni, dall’albergo presso il quale lavorava come mediatrice linguistica, l’ha contattata. Le hanno offerto un altro lavoro per alcuni mesi».

Un’occasione da non perdere. «Anche perché voleva predisporre tutta la documentazione necessaria per poter ottenere un visto di soggiorno più lungo per lavoro», prosegue Giacomo. Quindi, a fine settembre, il rientro a Wuxi. Anna accompagnava le comitive di turisti in varie gite ed escursioni.

«Sabato mattina era partita alla volta di una città cinese in altura. Qui, i turisti potevano ancora ammirare le bellezze di una Cina antica, per poi domenica fare rientro a Wuxi. Era a circa quattro ore da Shangai. Alloggiavano in un hotel. Lei condivideva la stanza insieme a due signore cinesi che facevano parte, come Anna, dello staff».

Sembrava tutto tranquillo. «Anna è rientrata in stanza, al terzo piano dell’albergo, e c’era la finestra aperta. Le due signore già dormivano. Il davanzale, per quello che ci hanno raccontato, era molto basso. Secondo gli investigatori cinesi, nel tentativo di chiuderla, si è sbilanciata». Un volo di circa dieci metri che non le ha lasciato scampo.

Inutili i soccorsi, per la 25enne fabrianese non c’era più nulla da fare. Le autorità cinesi hanno contattato il consolato italiano a Shangai. Da qui, si è messa in moto tutta la macchina burocratica per arrivare ad avvisare la famiglia. «Ancora le indagini sono in corso e, magari, mio fratello avrà a breve maggiori particolari. Ma sarebbero state escluse tutte le altre ipotesi. Sicuramente, al 110 per cento, sia noi della famiglia, ma anche tutte le numerose persone che conoscevano mia sorella, possiamo escludere l’ipotesi del suicidio. Per quel che riguarda, invece, il concorso di altre persone, al momento dalle telecamere di sicurezza non si evincerebbero particolari tali da avvalorare questa tesi».

Resta, dunque, in piedi solo quella della tragica fatalità e di una finestra da chiudere che, però, ha rappresentato l’ultimo gesto della 25enne. «Magari il davanzale troppo basso o l’aver inciampato e, quindi, essersi sbilanciata. Resta il fatto che, purtroppo, non c’è più. Un vuoto incolmabile e un dolore straziante», riesce ancora a raccontare, Giacomo Tiberi.

«Mia sorella è stata sempre una persona briosa, piena di vita, con la voglia di scoprire il mondo. Non si è mai spaventata dalla distanza degli affetti. Voleva lavorare e inseguire i suoi sogni, per questo era sempre stata in movimento, una volta completati gli studi. Gli ultimi messaggi su whatsapp li aveva scambiati con nostra madre nella serata italiana di sabato 4 novembre. Aveva avvisato che era arrivata a destinazione. Aveva inviato qualche foto dell’albergo e delle abitazioni di quello scorcio di Cina che vedeva dalla sua stanza di albergo. Purtroppo, rimarranno gli ultimi contatti che abbiamo avuto con Anna».

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