Fabriano

Indelfab, l’azienda presenta di nuovo domanda di concordato liquidatorio. E i sindacati chiedono un tavolo urgente

L'impresa di Fabriano (ex JP Industries) ha presentato la domanda al Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare, lo scorso 30 settembre. La notizia è emersa durante l'incontro per ottenere nuova cassa integrazione

Lo stabilimento della JP Industries
Lo stabilimento della JP Industries

FABRIANO – Si è svolto questa mattina – 9 novembre – l’esame congiunto per la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione dell’azienda Indelfab. Un incontro in videoconferenza che ha visto confrontarsi tecnici del ministero del Lavoro, rappresentanti delle Regioni interessati, Marche e Umbria, parti sociali e, ovviamente, l’azienda.

L’Infelfab (ex JP Industries) di Fabriano ha presentato il piano di concordato liquidatorio lo scorso 30 settembre: intende ottenere la cassa integrazione per cessazione attività a decorrere dal prossimo 16 novembre e fino al 15 maggio 2021.

Il nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali si applicherebbe a tutta la forza lavoro attualmente occupata: 294 a Fabriano (3 quadri, 27 impiegati, 264 operai di cui 90 lavoratori nello stabilimento del Maragone e 204 in quello di Santa Maria) e 272 a Gaifana in Umbria (11 impiegati e 261 operai). Questi potranno essere sospesi dal lavoro, ovvero lavorare a orario ridotto in funzione delle esigenze tecniche, organizzative e produttive, comunque connesse a operazioni propedeutiche alla cessazione di attività. In questo percorso, si assicura dall’azienda che ha acquisito il comparto bianco della ex Antonio Merloni, saranno coinvolte le Regioni Marche e Umbria ai fini della predisposizione di appositi piani di politiche attive.

La vera novità, però, è la nuova presentazione della domanda di concordato liquidatorio presentato dalla Indelfab al Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare. «Abbiamo subito chiesto di saperne i contenuti, considerata la condivisione del percorso che viene richiesta», conferma il responsabile della Fiom per il distretto economico di Fabriano, Pierpaolo Pullini. «La Fiom di Ancona ritiene fondamentale, a questo punto, dopo che è stato raggiunto l’accordo sull’esame congiunto per la cassa integrazione per cessazione attività, la convocazione immediata del tavolo che aveva portato al ritiro della procedura di mobilità lo scorso 2 ottobre, con la condivisione di un accordo di programma», conclude.

Dunque, una convocazione urgente del tavolo con i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, le Regioni Marche e Umbria, le organizzazioni sindacali, «che hanno già dato disponibilità a sostenere il percorso con l’attivazione di piani di politiche attive».

La richiesta «è stata inserita nel verbale di riunione», confermano Fim e Uilm di marche e Umbria: «Questo al fine di utilizzare l’ulteriore periodo cassa integrazione per provare a individuare percorsi che comunque devono essere condivisi e oggetto di confronto, e atti a garantire salvaguardia occupazionale e rilancio industriale per i territori. Saranno oggetto di discussione del tavolo anche eventuali strumenti aggiuntivi a supporto della vertenza, dove dovranno svolgere un ruolo centrale le Regioni di Marche ed Umbria che comunque si sono già impegnate, dando disponibilità all’attivazione di progetti di politiche attive», concludono.

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