Fabriano

Fabriano, Indelfab (ex JP Industries): 14 dipendenti si dimettono

Siglato l'accordo per ulteriore cassa integrazione. I lavoratori saranno coperti, in modo retroattivo, dal 7 settembre scorso al 15 novembre prossimo, dieci settimane

Lo stabilimento della JP Industries
Lo stabilimento della JP Industries

FABRIANO – Firmata la cassa integrazione causale Covid alla Indelfab di Fabriano, ex JP Industries. I lavoratori saranno coperti, in modo retroattivo, dal 7 settembre scorso al 15 novembre prossimo, dieci settimane. Poi, partirà il periodo di cassa integrazione per cessazione attività dal 16 novembre al 15 maggio 2021. In cambio, la proprietà, nello specifico il liquidatore Giovanni Porcarelli, ritira la procedura di mobilità per l’intera forza lavoro, come da accordi seguiti all’incontro, in remoto, con il ministero dello Sviluppo economico, il ministero del Lavoro e i sindacati di categoria.

Torna alla ribalta la vertenza Indelfab, ex JP Industries, che ha vissuto momenti ad alta tensione dal 19 agosto scorso. Quando, cioè, è stata ufficialmente aperta la procedura di mobilità per l’intera forza lavoro, vale a dire 583 lavoratori, circa 300 residenti a Fabriano e comprensorio. Una procedura motivata da parte della proprietà aziendale con le difficoltà legate all’annosa vertenza giudiziaria con il pool di banche creditrici nei confronti della ex Antonio Merloni per il prezzo di vendita, giudicato eccessivamente basso, del comparto elettrodomestici a Porcarelli. Battaglia legale poi vinta in Cassazione dall’imprenditore.
Altra motivazione è l’irrigidimento del sistema bancario che di fatto ha reso impossibile il ricorso alle risorse finanziarie indispensabili per il completo sviluppo dell’impresa, per il conseguimento degli obiettivi di rilancio aziendale e per la realizzazione di tutti gli investimenti programmati nel piano industriale originario. Quindi, la crisi del comparto dell’elettrodomestico aggravata anche dalla pandemia da Covid-19.

A seguito delle proteste dei lavoratori e dei sindacati, il Mise – nello specifico la sottosegretaria Alessia Morani – si è messo in moto e si è arrivati a un accordo: in cambio di nuovi ammortizzatori sociali, si sarebbe ritirata la procedura di mobilità. Nel frattempo, però, 14 lavoratori della Indelfab hanno deciso di rassegnare le dimissioni: 8 a Fabriano e 6 a Nocera Umbra. Quindi, la forza lavoro è ufficialmente scesa a 569 dipendenti, di cui 296 a Fabriano (3 quadri, 28 impiegati, 265 operai) e 273 a Nocera Umbra (11 impiegati e 262 operai). Sono questi, dunque, che usufruiranno delle settimane di cassa integrazione Covid e, successivamente, dell’analogo ammortizzatore sociale con la causale di cessazione attività.

«L’utilizzo di tale ultimo ammortizzatore sociale si rende possibile e necessario quale strumento temporaneo di sostegno ai lavoratori in esubero, in considerazione della volontà espressa dalle Regioni Marche ed Umbria di coinvolgere gli stessi in specifici percorsi di politica attiva del lavoro e dell’impegno del Ministero dello Sviluppo Economico a definire un concreto piano di interventi collegato alla prospettiva della reindustrializzazione dei siti aziendali», si legge nell’accordo. In conseguenza dell’accesso agli ammortizzatori, la procedura di mobilità deve intendersi come ritirata. Ma, «qualora non si concretizzino a breve termine opportunità di reimpiego dei lavoratori e/o di reindustrializzazione dei siti produttivi, l’azienda procederà alla apertura di una nuova procedura di mobilità che interessi la residua forza lavoro», il monito finale.

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