Fabriano

Tassa di soggiorno, gli industriali dicono di no. E cercano un incontro con l’amministrazione

«È l'ennesimo prelievo alle aziende, questa volta mascherato da tassa sul turismo», dice Morgan Clementi, presidente del Comitato Territoriale del fabrianese di Confindustria

La sede del Comune di Fabriano
La sede del Comune di Fabriano

FABRIANO – «Bastava la Tari… il 28 marzo è all’ordine del giorno del Consiglio Comunale l’approvazione dell’imposta di soggiorno. L’ennesimo prelievo alle aziende, questa volta mascherato da tassa sul turismo», così Morgan Clementi, presidente del Comitato Territoriale del fabrianese di Confindustria. Si accende la polemica in città sulla tassa di soggiorno, proposta portata avanti dall’amministrazione comunale che si appresta mercoledì prossimo a dare il via libera al bilancio di previsione. Con questo provvedimento l’ente prevede di incassare 80mila euro in questo 2018.

«Mi spiace deludere chi la pensa diversamente ma Fabriano non è una città principalmente vocata al turismo! – continua Clementi – La manifattura continua a rimanere elemento trainante del territorio e la maggioranza delle persone che arrivano a Fabriano e pernottano lo fanno per motivi di lavoro, durante la settimana. Sono i clienti e i fornitori che le nostre aziende ospitano nelle strutture ricettive del territorio. Ecco perché risultano molte presenza anche internazionali…non certo perché – come si legge nella bozza di regolamento che verrà proposta al consiglio comunale –  rappresenta un’importante meta del turismo nazionale e internazionale!». Da qui il passo logico è breve: la tassa di soggiorno è di fatto a carico delle aziende locali, replicano gli industriali.

Ma il disappunto non finisce qui. «Non siamo neanche stati invitati alla presentazione del bilancio come era buona e consolidata consuetudine in passato. Ci aspettiamo che anche in questa occasione ci convochino per un confronto costruttivo che da sempre caratterizza il nostro rapporto con le amministrazioni pubblichi su tutto il territorio provinciale».

E ancora prosegue Clementi. «I proventi della tassa di soggiorno dovrebbero andare a migliorare turismo, beni culturali, ambientali e servizi pubblici locali. Ma si crede davvero che 80mila euro (la cifra che il Comune prevede di incassare dall’imposta) siano sufficienti a trasformare Fabriano in una città turisticamente attraente? Prima di parlare di tasse, perché non si mette in piedi una programmazione seria che possa attrarre turisti in tutto il comprensorio anche al di fuori di pochi, sporadici eventi che pur essendo importanti non possono rappresentare l’unica leva turistica? Come Confindustria siamo disposti a proseguire il dialogo sulla programmazione di attività e progettualità di Fabriano anche sul settore del turismo».

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