Fabriano

Il kamasutra ai tempi del coronavirus: come la pandemia ci ha cambiati. Una mostra ad Ancona per l’artista Moschini

Si chiamerà “Il kamasutra ai tempi del coronavirus covid 19”, per ricordare con un primo contributo l’opera artistica di Moschini, l’ultima serie da lui realizzata

La Galleria Puccini ospiterà la mostra di Orsolini sull'artista (e amico) Moschini

ANCONA – Una mostra in ricordo di Roberto Moschini. L’artista di Fabriano, scomparso due mesi fa, vive ora nel ricordo di Francesco Maria Orsolini, curatore di una mostra in omaggio di Moschini. «Lo conoscevo – fa sapere Orsolini – e stavamo preparando dei progetti assieme». Poi, il triste epilogo.

Orsolini descrive Moschini come uno sperimentatore di tecniche e di linguaggi, molto attento ed esperto alla conoscenza delle religioni e delle culture orientali: sia del vicino e Medio Oriente sia dell’estremo Oriente».

Francesco Maria Orsolini

Non riesce a parlarne al passato, Orsolini, tanto che – raggiunto al telefono – dice: «È un appassionato di cultura buddhista, un artista che ha lavorato anche ad Ancona, alla odierna Poliarte». È qui che, infatti, si aprirà l’esposizione, per poi spostarsi alla galleria Puccini, in via Matteotti 31/A. A fare gli onori di casa, ci sarà Aïcha Djennane, vedova dell’artista.

Si chiamerà “Il kamasutra ai tempi del coronavirus covid 19”, «per ricordare con un primo contributo l’opera artistica di Moschini, l’ultima serie da lui realizzata. Ma oltre al motivo biografico – spiega Orsolini –  la scelta è caduta su queste opere perché le ritengo significative: un contributo interessante di creatività di cui ci ha dato dimostrazione Moschini nel frangente drammatico della pandemia».

L’associazione tra kamasutra e coronavirus è dovuta al fatto che questo titolo è stato scelto da Moschini: emblematica la sua opera di riferimento, in questo senso. «Un teschio con due figure inserite nelle orbite oculari che cercano di uscire e di avvicinarsi, ma che – invece – sono chiuse in questo spazio da cui non possono allontanarsi. Questo – analizza – è il dramma che abbiamo vissuto nella pandemia», tutti chiusi – per lunghi periodi – nelle nostre case, alla ricerca di una quotidianità che restava all’esterno.

«Il kamasutra è un analogo del Cortigiano di Baldassarre Castiglione, un’arte dello stare al mondo e del convivere piacevolmente tra i due sessi. Quindi, si tocca il tema della relazione più intensa che possa esserci, la sessualità, il linguaggio amoroso che la pandemia ha sottratto».

Quelle di Moschini «sono immagini estremamente suggestive, in cui la caratteristica principale di Moschini è che la drammaticità del tema non condiziona mai al punto di stravolgere la sua poetica e il suo linguaggio». Un invito a riflettere sui cambiamenti che stiamo vivendo, dalla pandemia all’emergenza climatica: «Moschini evoca il disastro, l’umanità che potrebbe essere sul punto di scomparire e l’esperienza della pandemia come una sorta di campanello d’allarme, come del resto il problema del cambiamento climatico».

«L’obiettivo, per l’umanità , è che essa possa ravvedersi e trovare un equilibrio con gli altri esseri viventi. Un contributo speciale (e specifico) di Moschini che è quello di farci con leggerezza immaginare un punto che potrebbe essere un punto finale, un termine, ma potrebbe essere anche un nuovo inizio. E quindi una umanità proiettata pure verso un mondo futuro, che ovviamente si può presentare e raffigurare solo con l’immaginazione che richiama una umanità classica».

L’inaugurazione è prevista per il 20 aprile, alle 18.30. La mostra sarà visitabile fino al 20 maggio.

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