Fabriano

Gravante: «La corsa, emozioni e sacrifici»

Fabrianese d'adozione, completo e competitivo su più distanze: «Il nostro è uno sport di sacrificio, che insegna tanto sia a livello di vita che di sopportazione mentale e fisica»

Antonio Gravante mentre vittorioso taglia il traguardo dei 3.000 indoor ad Ancona nel Campionato Italiano Master M35 nel 2012

FABRIANO – Da circa quindici anni, quello di Antonio Gravante è un nome di tutto rispetto nel panorama atletico del fondo e del mezzofondo marchigiano e non solo, capace di brillare in distanze che spaziano dai 3.000 metri fino addirittura ai 42 chilometri della maratona. Siciliano di origine, ma ormai fabrianese a tutti gli effetti vivendo in città da vent’anni, Gravante è dunque uno degli atleti più completi in circolazione dalle nostre parti. Per lui parlano i numerosi successi ottenuti in pista, i sei titoli italiani conquistati tra pista e strada, gli innumerevoli piazzamenti, l’infinità di gare vinte su strada tra Marche, Umbria e Romagna. Lo stadio di Fabriano è la sua casa e lì è facile incontrarlo quasi ogni pomeriggio ad allenarsi insieme ad altri validi colleghi cittadini come Giorgio Tiberi, Gianmarco Cecchini e Diego Ferretti. Siamo andati a conoscerlo meglio.

Antonio Gravante dell’Atletica Fabriano

Nato a Catania il 21 settembre 1976, Antonio Gravante sente il richiamo della corsa a 11 anni – come avvenuto per tantissimi altri ragazzi – in occasione dei Giochi della Gioventù. Una scintilla scattata improvvisamente.
«Mettiamoci anche che in quel periodo era in auge il mio conterraneo Totò Antibo (due volte campione europeo su 5.000 e 10.000 metri e vice-campione olimpico dei 10.000 metri a Seul 1988, nda), per cui era forte lo spirito di emulazione tra noi ragazzi che ci avvicinavamo all’atletica – ricorda Antonio. – Così entrai a far parte della società Monti Rossi Nicolosi, con la quale mi misi in luce tra gli Allievi correndo in 8’ 55” i 3.000 e in 4’ 07” i 1.500. Tempi di tutto rispetto per la categoria».

Nel 1993, però, in seguito ad un incidente in motorino, è costretto a fermarsi e per alcuni anni abbandona l’attività. La passione riesplode nel 1997 quando, trasferitosi a Fabriano con la famiglia, ritrova le giuste motivazioni per ricominciare a correre. «Perché chi la corsa ce l’ha nel Dna, difficilmente se la dimentica», dice Antonio. E’ il 1999 quando viene tesserato dall’Atletica Fabriano. Michele Salari Peccica, un fulmine in quel periodo, è un valido punto di riferimento e il compagno giusto per ritrovare i ritmi perduti. All’inizio molta pista, poi un po’ di tutto: cross, gare su strada, mezza maratona…

Una delle tante gare su strada vinte da Antonio Gravante

«Nel periodo trascorso all’Atletica Fabriano, fino al 2004, sono ritornano in forma e ho preso piena coscienza delle mie possibilità», racconta Antonio. Seguono due anni con il Mezzofondo Recanati e due con il Cus Camerino con l’arrivo dei primi piazzamenti di prestigio a livello nazionale.

Ma la sua fase migliore di carriera è certamente nel biennio 2011-2012 con l’Atletica Potenza Picena, durante i quali conquista cinque titoli italiani Master M35 (cioè 35-39 anni).

«In pista ho ottenuto grandi soddisfazioni sui 3.000 e sui 5.000 metri – racconta – su strada, inoltre, ho allungato le distanze, trovando nella 10 chilometri e nella mezza maratona quelle più congeniali».

Nel 2011 a Cremona, ad esempio, è 18° assoluto in Italia al campionato di mezza maratona con tanto di “personale” in carriera (1h 06’ 57”) e poche settimane dopo firma anche il “personale” sui mitici 42 chilometri e 195 metri della maratona, nientemeno che a New York, tagliando il traguardo di Central Park in 2h 29’ 11”, che per intenderci significa 44° posto assoluto su… 50 mila partecipanti!

Con il recente passaggio nella categoria d’età Master M40 (40-44 anni), avvenuto nel 2016, i successi di Gravante sono ovviamente proseguiti, senza cali di rendimento. Basti pensare che nell’arco dei dodici mesi da poco trascorsi ha vinto a febbraio il Campionato Italiano sui 3.000 metri indoor ad Ancona nella categoria M40 (40-44 anni) correndo in 8’ 48” 29, ha ottenuto l’argento a marzo al Campionato Europeo sui 3.000 metri indoor sempre ad Ancona, ha fatto registrare la seconda miglior prestazione italiana M40 sui 5.000 in pista e al Campionato Italiano di mezza maratona svoltosi a Fucecchio si è classificato 3° nella categoria M40 con il tempo di 1h 07’ 36” («meglio di me hanno fatto soltanto l’olimpionico Pertile e un altro eccellente atleta come Ricatti», puntualizza Antonio, facendo intendere che arrivare al bronzo è stata comunque un’impresa); infine, per concludere nel migliore dei modi il 2016, il 27 novembre si è classificato 20° assoluto (8° tra gli italiani) alla maratona di Firenze in 2h 32’ 38” facendo da “lepre” alla campionessa dell’Esercito Fatna Maraoui (giunta seconda tra le donne in 2h 30’ 50”).

Gravante vincitore al Trofeo Grotte di Frassasi nel 2015 (foto Mingo)

«Ci tengo a dire che non sono mai stato professionista, come principale attività ho sempre fatto l’operaio – puntualizza Antonio – Pertanto, i risultati che riesco ad ottenere sono il frutto degli allenamenti della sera dopo il lavoro, sette giorni su sette, a volte da solo e con qualsiasi condizione atmosferica, anche se negli ultimi anni mi concedo qualche giorno di riposo in più. La corsa, del resto, è fatica. Ma anche emozione. Sono innamorato di questo sport, che è parte integrante della mia vita. Ho avuto la fortuna di gareggiare e talvolta allenarmi anche con grandi campioni come Caimmi, Curzi, Di Lello, Baldini, Tergat e Bekele, sono state davvero delle belle esperienze. Devo dire che questo sport mi ha regalato e continua a regalarmi grandi soddisfazioni».

Siamo all’inizio del nuovo anno ed è quindi d’obbligo una domanda sui programmi futuri. «Continuare a divertirmi, senza troppo stress – risponde Antonio, che nel frattempo è ritornato all’Atletica Fabriano – Magari concentrandomi sulle gare podistiche locali. Anche perché a breve arriverà il mio secondogenito, quindi molto tempo dovrò dedicarlo a lui». Dopo Sofia che ha quattro anni, infatti, la compagna Denisa è in dolce attesa di un maschietto.

E a proposito di gioventù, che messaggio darebbe alle nuove leve, uno che di chilometri ne ha macinati a decine di migliaia? «La corsa, ripeto, è fatta di emozioni: per una vittoria, per un personale… Ma anche le batoste vanno a far parte di un bagaglio di vita che fa crescere. La corsa è sofferenza, perché gli allenamenti sono duri, capitano infortuni, si cade e ci si rialza. E’ uno sport di sacrificio, che insegna tanto sia a livello di vita che di sopportazione mentale e fisica», conclude Gravante.

LE VITTORIE E I “PERSONALI” DI ANTONIO GRAVANTE

Nella bacheca di Antonio Gravante ci sono sei titoli italiani Master vinti tra pista e strada: due nei 3.000 metri M35 indoor (2011 e 2012), uno nei 3.000 metri M40 indoor (2016), uno nei 5.000 M35 indoor (2011) e due nei 10 km su strada (2011 e 2012). I suoi “personali” in carriera sono: 4’ 00” 24 nei 1.500 metri in pista (Camerino, 2006); 8’ 34” 36 nei 3.000 metri in pista (Ascoli Piceno, 2011); 8’ 35” 67 nei 3.000 metri indoor (Ancona, 2009); 9’ 41” 80 nei 3.000 siepi (Fabriano, 2006); 14’ 50” 35 nei 5.000 metri in pista (San Marino, 2006); 30’ 38” 61 nei 10.000 metri in pista (Terni, 2012); 31’ 24” nei 10 km su strada (Molfetta, 2013); 1h 06’ 57” nella mezza maratona (Cremona, 2011); 2h 29’ 11” nella maratona (New York, 2011).

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